Foxconn: ecco il report che inguaia Apple & Co.
Pubblicato dalla Fair Labor Association il primo rapporto sulle condizioni di lavoro nelle fabbriche cinesi dove si assemblano iPhone e iPad e i prodotti di altri colossi dell'hi-tech. Violati i parametri relativi all’orario di lavoro e ai compensi. Il produttore cinese però assicura: sisteremo tutto.
Pubblicato il 30 marzo 2012


Il primo audit, frutto di oltre 3mila ore di indagine e ricerca su un campione di circa 35mila addetti, è infatti relativo a tre fabbriche della Foxconn, il principale fornitore di Cupertino per ciò che concerne l’assemblaggio di iPhone e iPad.
Ebbene dal report è emerso che l’impiego in fabbrica settimanale per ogni addetto supera oggi le 60 ore, che oltre il 60% dei lavoratori in attività presso le tre unità monitorate è sottopagato (la retribuzione non consente a questi lavoratori di soddisfare i primari bisogni di sussistenza in relazione all’attuale costo della vita di Shenzhen e Chengu, le località dove le fabbriche hanno sede) e che il 14% degli addetti non riceve adeguati compensi per le attività svolte extra orario concordato.
Le violazioni sono evidenti e non a caso le risposte di Foxconn – che, bene ricordarlo, ha fra i suoi clienti anche altre illustri aziende tecnologiche come Hewlett-Packard, Dell e Sony - e Apple non si sono fatte attendere. L’orario di lavoro settimanale sarà ridotto a 49 entro l’inizio di luglio del 2013, il sistema di gestione delle ore di straordinario (che conteggia solo gli extra che eccedono i 30 minuti) verrà modificato e ai lavoratori saranno riconosciuti i compensi dovuti in modo retroattivo.
Da Auret van Heerden, presidente e Ceo di Fla, arriva inoltre conferme che – “Apple e si suoi fornitori hanno accolto le nostre indicazioni e verificheranno pubblicamente le condizioni di lavoro rispetto a quanto evidenziato dal nostro report” – e sulla stessa lunghezza d’onda si esprime la nota ufficiale diffusa da Cupertino.
In attesa di conoscere i dati relativi agli audit sulle condizioni di lavoro effettuati dalla Fair Labor Association, che interesseranno a breve anche altri due grandi fornitori di Apple & co. come Quanta e Pegatron, è curioso ricordare come il Ceo di Apple, Tim Cook, si sia recato in visita a una delle fabbriche della Foxconn solo una settimana fa.

Tim Cook, Ceo di Apple, in visita alla fabbrica della Foxconn a Zhengzhou (credit: Bloomberg)
La presenza del numero uno di Cupertino all’unità produttiva di Zhengzhou, una struttura di nuova costruzione in cui operano circa 120mila persone, non è stata però certo l’unico motivo del viaggio in Cina del successore di Steve Jobs. Che a Pechino ha incontrato, oltre ad alcuni esponenti del Governo, i vertici di China Telecom e China Unicom (i due più grandi operatori di telefonia mobile del Paese, con circa un miliardo di utenti complessivamente all’attivo) per parlare del nuovo iPhone.
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