08/07/2016 di Redazione

Fujitsu Primergy CX600 M1, il supercalcolo senza precedenti

Il nuovo sistema modulare si compone di uno chassis e di nodi server basati su processori Intel Xeon Phi, assicurando inedite prestazioni e densità di calcolo. La sua destinazione ideale è l’High Performance Computing in applicazioni per la ricerca scient

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Fujitsu pensa in grande con la sua ultima novità in fatto di sistemi di calcolo della gamma Primergy:  CX600 M1, una soluzione comprensiva di chassis 2U e nodi server basati su processori Intel Xeon Phi. Una proposta nata per soddisfare le esigenze delle applicazioni di High Performance Computing basate su calcolo parallelo e sulla disponibilità di molta memoria, come quelle impiegate nella ricerca scientifica, per lo sviluppo di prodotti e per attività di Business Intelligence.

Risale a poco più di un mese fa il lancio di un altro modello della medesima gamma, il server rack Primergy Rx4770 M3. In quel caso di trattava di un prodotto ottimizzato per carichi di lavoro a elevato utilizzo di dati, come il database in-memory, e per le attività intensive a livello di sistema come gli analytics in tempo reale. Le ambizioni del CX600 M1 sono ancora più grandi, tant’è che Fujitsu ne sottolinea la densità di calcolo e le performance nove volte superiori per unità di altezza rispetto ai rack server dual-socket 1U standard.

Nella configurazione massima si possono utilizzare fino a otto server e fino a 72 core di calcolo. Un rack standard di questo sistema può ospitare fino a 168 nodi, arrivando a prestazioni di piccolo superiori ai 500 Tflops/DP. I nodi server adoperano un'infrastruttura comune, con ventole di raffreddamento e alimentatori hot-plug centrali integrati nello chassis: questo accorgimento permette di ridurre i consumi di energia e di effettuare interventi su un nodo specifico senza influire sugli altri. La completa ridondanza dei componenti condivisi, inoltre, assicura una superiore disponibilità di sistema.

 

 

Se lo si desidera si può optare per la tecnologia di raffreddamento ad acqua Fujitsu Cool-Central Liquid Cooling, una soluzione che a detta del vendor è “in grado da sola di dimezzare i costi di raffreddamento del data center, rendendo possibile una superiore densità e consentendo l'implementazione dei progetti Hpc più ambiziosi senza bisogno di incrementare le infrastrutture di alimentazione e raffreddamento già disponibili”.

C’è chi ha già scelto di adottare questa nuova proposta di Fujitsu: le università di Tokyo e Tsukuba, impegnate nella realizzazione di un supercomputer fra i più veloci al mondo, il quale sarà operativo dal prossimo dicembre. Il nuovo sistema, denominato “Oakforest-Pacs”, arriverà a contenere 25 PetaFlops e 8208 nodi di calcolo.

 

 

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