28/11/2017 di Redazione

Gli oggetti connessi di Xiaomi avranno il “cervello” di Baidu

Le due società cinesi hanno annunciato una collaborazione strategica nel campo dell'Internet of Things e dell'intelligenza artificiale. Facebook, intanto, introdurrà nel social network un sistema di allerta sul rischio di suicidio.

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Gli smartphone e i dispositivi indossabili di Xiaomi diventeranno sempre più “intelligenti” grazie al software di Baidu. Un nuovo accordo fra l'azienda titolare del motore di ricerca “made in China”, alternativo a Google, e il produttore di hardware tecnologico (oggi in grande ascesa) dimostra ancora una volta l'intraprendenza delle potenze cinesi, che non smettono di incombere sulla concorrenza anche nel campo del Web, dei dispositivi mobili, dell'Internet of Things e dell'intelligenza artificiale. La notizia è giunta da Pechino, dal palco della prima conferenza organizzata da Xiaomi per gli sviluppatori software: l'accordo prevede che le due aziende collaborino fin da ora nei campi delle tecnologie di riconoscimento vocale, intelligenza conversazionale, computer vision e deep learning. Declinazioni diverse e intrecciate del concetto di intelligenza artificiale.

Tutto questo servirà a creare applicazioni capaci di “assistere” l'utente e personalizzare per lui l'esperienza d'uso dei dispositivi, con particolare riferimento a quelli di Internet of Things (come gli smarwatch e i bracciali fitness). Baidu contribuirà anche attraverso DuerOS, un sistema operativo per applicazioni IoT contenenti intelligenza artificiale: dal suo lancio, lo scorso luglio, la piattaforma ha attratto l'interesse di 130 partner ed è stata incorporata in dispositivi di vario tipo, come smartphone, smart Tv, smartwatch e sistemi di domotica.

Secondo quanto riferito da TechCrunch, DuerOS è già stato integrato (ma in modo invisibile all'utente) all'interno di alcuni prodotti hardware di Xiaomi. In un secondo momento, saranno esplorate opportunità di collaborazione anche nell'ambito della robotica, della realtà aumentata e virtuale e delle automobili driverless. Ce n'è abbastanza per far preoccupare Google, Facebook, Apple, Amazon e altre società nordamericane, nel caso finora le società “Baxt” non ci fossero riuscite. L'acronimo racchiude i nomi di Baidu, Tencent e Xiaomi, terzetto che nel complesso raggiunge una capitalizzazione di mercato di 900 miliardi di dollari e che opera nei più disparati ambiti dell'economia digitale. WeChat, l'applicazione di messaggistica di Tencent, ha superato il miliardo di utenti, mentre Xiaomi con i suoi smartphone è riuscita a mettere ansia a chi la precede in market share (è quinta dopo Samsung, Apple, Huawei e Oppo, secondo i dati di vendita del terzo trimestre rilevati da Strategy Analytics).

 

 

 

Gli investimenti di Baidu nel campo dell'intelligenza artificiale, invece, niente hanno da invidiare a quelli di Google, Microsoft e Facebook. Quest'ultima, intanto, continua a far ricorso agli algoritmi per migliorare il social network, non soltanto per finalità di aumento del traffico e di introiti pubblicitari: l'analisi automatica di ciò che gli utenti scrivano permetterà di capire se qualcuno stia vivendo serie difficoltà psicologiche o, addirittura, abbia intenti suicidi. Un nuovo software, già sperimentato negli Stati Uniti e presto in fase di rollout globale, è in grado di individuare tra le righe dei post e dei commenti la presenza di alcune frasi, potenziale segnale di una situazione preoccupante (per esempio, le domande “Stai bene?” o “Posso aiutarti”, digitate da un amico in risposta a uno status allarmante). Facebook attiva eventualmente delle verifiche che possono condurre a diverse azioni, dalla pubblicazione di annunci e contatti utili fino alla scelta estrema di allertare le autorità.

 

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