09/11/2017 di Redazione

Google al lavoro per proteggere Chrome dai redirect non voluti

A partire dalla versione 64 del browser, gli utenti verranno informati quando le pagine Web tenteranno di eseguire dei reindirizzamenti indesiderati: tutti i tentativi verranno bloccati.

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Su cinque feedback forniti dagli utenti di Chrome desktop in merito a problemi di varia natura, uno riguarda la visualizzazione di contenuti non desiderati. Per provare a bloccare pop-up irritanti o redirect non voluti, Google ha annunciato che a partire dalla versione 64 del proprio browser verranno implementate delle nuove funzionalità. Al momento la release più recente dell’applicazione è la 62. Innanzitutto, Big G sta lavorando a un sistema per impedire che le pagine Web effettuino reindirizzamenti inaspettati: un comportamento anomalo che, secondo la stessa azienda californiana, è spesso causato da contenuti terzi che vengono inseriti negli inline frame (iframe) senza che l’autore ne sia a conoscenza. Con i prossimi aggiornamenti comparirà quindi a schermo una barra informativa, che avviserà l’utente del blocco del redirect.

Uno dei comportamenti indesiderati più frustranti è però quando ci clicca su un link che apre in automatico una nuova scheda, ma la pagina principale si collega a sua volta verso un’altra risorsa. Con l’arrivo di Chrome 65 verrà introdotta un’altra funzionalità per limitare anche questo problema, che Google spiega essere un vero e proprio aggiramento del blocco pop-up già presente da tempo nel browser.

Lo stesso plugin per i pop-up, con gli aggiornamenti di gennaio, inizierà a impedire anche altri comportamenti abusivi delle pagine, come overlay trasparenti che rimandano ad altri siti oppure collegamenti nascosti in bottoni fasulli. “Per preparare gli sviluppatori a questi cambiamenti, oggi inauguriamo l’Abusive Experiences Report, accessibile dalla Search Consol. I proprietari dei siti possono utilizzare il documento che capire quali e quante eventuali esperienze negative sono state riscontrate sulle loro pagine, migliorando così l’esperienza utente”, ha spiegato in un blog post Ryan Schoen, product manager di Google.

 

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