Google pensa ai Cardboard 2.0 per la realtà virtuale in mobilità
Big G starebbe lavorando a nuovi visori, più solidi e compatibili con un numero maggior di smartphone, per assicurare una miglior esperienza utente. I dispositivi, molto simili ai Gear Vr di Samsung, potrebbe arrivare sul mercato già nel 2016.
Pubblicato il 08 febbraio 2016 da Alessandro Andriolo

Il cartone non basta più. Secondo il Financial Times, Google avrebbe intenzione di lanciare già quest’anno il successore del Cardboard, il visore economico per la realtà virtuale introdotto da Big G nel 2014 e compatibile con alcuni smartphone. Il quotidiano britannico ha appreso che il colosso di Mountain View starebbe lavorando su un nuovo prodotto caratterizzato da sensori migliori, lenti avanzate e un case di plastica più robusto. Un dispositivo che sfrutterebbe ancora l’hardware dei cellulari e che nel design ricorderebbe molto il Gear Vr, visore nato dalla collaborazione tra Samsung e Oculus. Un prodotto che attualmente funziona soltanto con i top di gamma Galaxy S6, S6 edge, S6 edge+ e Note 5, mentre l’obiettivo di Google, almeno secondo quanto appreso finora, sarebbe quello di allargare la platea di device compatibili. Big G non ha confermato l’indiscrezione anche se Sundar Pichai, Ceo del gruppo, ha di recente sottolineato il continuo interesse dell’azienda nel campo della realtà virtuale.
Inoltre, Google starebbe lavorando sodo anche sulla parte software, con lo scopo di aggiungere nuove (e migliorate) funzionalità al sistema operativo Android per assicurare un’esperienza utente più fluida. Uno dei punti critici dei visori è al momento la latenza: tempi di risposta elevati rispetto alla percezione del cervello umano possono portare le persone a provare nausea e vertigini, allontanando quindi possibili acquirenti da questi dispositivi.
Ma, senza dubbio, Big G dispone della potenza di fuoco necessaria per intervenire in modo rapido ed efficace su questi problemi. Forte anche del successo insperato dei Cardboard. Big G ha infatti venduto ben cinque milioni di esemplari di questi semplici occhialini di cartone, che hanno via via catturato l’attenzione di migliaia di sviluppatori. Nel solo periodo tra ottobre e dicembre 2015 l’azienda ha registrato ben dieci milioni di download di nuove applicazioni compatibili con questa tecnologia low-cost, su un totale di 25 milioni di installazioni.
Il visore Samsung Gear Vr, realizzato in collaborazione con Oculus
Tra gli altri grandi nomi attualmente impegnati in questo mercato vanno citati innanzitutto Facebook, compagnia ormai pronta al lancio dei visori Oculus Rift, Sony (forte dell’affinità della realtà virtuale con i videogiochi) e Htc. Alcuni analisti prevedono però che i dispositivi per la Vr in “mobilità” raggiungeranno il successo ben prima di quelli dei fratelli maggiori, pensati al momento per un utilizzo domestico e molto più costosi.
Comunque, le stime sono davvero interessanti, soprattutto se ai numeri della realtà virtuale si sommano anche quelli della realtà aumentata. Goldman Sachs parla di un’industria da ottanta miliardi di dollari entro il 2025 (45 miliardi per la componente hardware e 35 per il softeare), con la ricerca prima grande beneficiaria dell’innovazione tecnologica.
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