01/04/2020 di Redazione

Hackeraggi e spionaggio tramite webcam, si indaga su Zoom

Il procuratore generale di New York ha avviato un’indagine per verificare se la piattaforma di videoconferenza, recente oggetto di hackeraggi, stia affrontando il problema.

immagine.jpg

Zoom finisce sotto i riflettori non solo perché è tra le applicazioni di videochat più scaricate e usate del momento, ma per gli hackeraggi e le violazioni di privacy, con addirittura tra le righe il rischio di spionaggio tramite webcam. Diversi incidenti sono stati riportati nei giorni scorsi, tanto da spingere il procuratore generale di New York, Letitia James, ad aprire un’inchiesta, e l’Fbi a lanciare un’allerta. Dalla sua sede di Boston il Federal Investigation Bureau ha emesso un comunicato, spiegando di aver “ricevuto numerose segnalazione di conferenze interrotte da immagini pornografiche e/o incitanti all’odio e con linguaggio minaccioso”. 

 

Come riportato dal New York Post, in almeno due casi in Massachusetts gli hacker sono riusciti a intrufolarsi in sessioni di Zoom, in una della quali hanno trasmesso immagini di svastiche agli studenti connessi alla videolezione, mentre in un’altra circostanza hanno pronunciato frasi offensive e svelato l’indirizzo del domicilio dell’insegnante. Irruzioni digitali prontamente ribattezzate come “Zoombombing”. Ma il problema potrebbe essere più esteso e preoccupante.

 

Lunedì scorso, spiega il New York Times, l’ufficio di Letitia James ha inviato a Zoom una richiesta di chiarimenti sulle misure di sicurezza messe in campo per rafforzare la sicurezza e la privacy del servizio. Misure necessarie, a detta del procuratore, considerando l’incremento di traffico e di utenza generato dal lockdown anti-coronavirus. Nella lettera, Zoom viene definita come “una piattaforma di comunicazione essenziale e di valore”, ma si evidenzia la lentezza con cui è stato affrontato il problema di alcune vulnerabilità che “potrebbero consentire ad attori terzi malevoli, fra le altre cose, di ottenere  accesso alle webcam degli utenti”.

 

Nella lettera, James si dice preoccupata del fatto che le esistenti procedure di sicurezza di Zoom non siano sufficienti di fronte alla recente e improvvisa crescita dei dati veicolati dalla piattaforma. Stando ai monitoraggi di SensorTower, la sua applicazione per iPhone è tra le più scaricate del catalogo gratuito di App Store nell’ultima settimana di marzo.  “Zoom ha risolto alcune specifiche vulnerabilità di sicurezza”, scrive il procuratore generale, “ma vorremmo capire se abbia intrapreso una più ampia revisione delle proprie pratiche di sicurezza”.

 

 

In risposta all’articolo del NYT, l’ufficio stampa di Zoom ha fatto sapere “la privacy, la sicurezza e la fiducia degli utenti” godono della massima considerazione e che l’azienda è ben felice di collaborare con l’ufficio del procuratore fornendo le informazioni richieste. Fondata a San Jose nel 2011, Zoom Video Communications dallo scorso anno è una società quotata al Nasdaq e vanta attualmente una capitalizzazione azionaria superiore ai 44 miliardi di dollari. Destinato sia all’utenza consumer sia alle aziende, a seconda delle versioni, il servizio permette di realizzare conferenze audio e video fruibili da computer o dispositivo mobile, di chattare, condividere file, trasmettere presentazioni e altro ancora, e prevede numerose integrazioni con i servizi di Office 365, Gmail e applicazioni terze.

 

ARTICOLI CORRELATI