I manager apprezzano l’AI in azienda ma la temono anche
Il 73% dei decisori di area IT, finanza e HR crede di dover adottare l’intelligenza artificiale, ma non mancano paure e scetticismi. Uno studio di Workday.
Pubblicato il 05 luglio 2023 da Redazione

L’intelligenza artificiale mette sotto pressione le aziende. Tra i professionisti dell’area IT, finanza e risorse umane, l’82% pensa che AI e ML possano aiutare i dipendenti a lavorare in modo più efficiente e a prendere decisioni migliori, e ben il 90% già utilizza queste tecnologie nella gestione del personale, dei ricavi o di entrambe le cose. L’80% considera AI e ML come innovazioni cruciali per la competitività futura dell’azienda e il 73% si sente sempre più spinto ad adottare queste tecnologie.
Così svela la ricerca “AI IQ: Insights on Artificial Intelligence in the Enterprise” realizzata da Workday, società che propone un software gestionale per le risorse umane. Lo studio evidenzia però diverse barriere all’adozione più estesa dell’AI in azienda, fra paure e scetticismi riguardanti l’efficacia delle applicazioni, la loro accuratezza, l’etica e la sicurezza.
Innanzitutto, il 77% dei manager è preoccupato per la qualità dei dati, per la loro capacità di essere tempestivi e aggiornati. Il 39% considera il potenziale bias come un rischio elevato, e il 48% cita i problemi di sicurezza e privacy come i principali ostacoli all’implementazione. Solo il 29% si dice molto fiducioso del fatto che AI ed ML vengano applicati nel più totale rispetto dell’etica nel business, oggi come oggi, mentre se si guarda al futuro (da qui a cinque anni), la quota dei fiduciosi sale al 52%, un dato comunque modesto.
Un altro ostacolo emerso dall’indagine è la vaghezza dei casi d’uso, cioè l’assenza di visione sui precisi contesti di utilizzo, sui processi coinvolti e sugli obiettivi da ottenere. C’è poi un problema di carenza di competenze in intelligenza artificiale e machine learning: il 72% degli intervistati ritiene che la propria organizzazione non sia abbastanza preparata per implementare in modo più approfondito AI e ML, mentre il 76% pensa di dover migliorare la propria personale conoscenza su questi temi.
(Immagine di iuriimotov su Freepik)
La percentuale più schiacciante emersa dall’indagine è però un’altra e riguarda il rapporto fra esseri umani e software: per il 93% è importante che le persone mantengano la supervisione su intelligenza artificiale e machine learning nel prendere decisioni significative. Una piccola quota di pessimisti, il 12%, teme che AI e ML sostituiranno completamente gli esseri umani in alcune mansioni causando la perdita di posti di lavoro, mentre per il 43% l’impatto sull’occupazione sarà limitato.
“Il nostro ultimo studio”, ha commentato Jens Löhmar, Cto Continental & Dach di Workday, “conferma che l’intelligenza artificiale e il machine learning sono essenziali per avere successo nel mondo del lavoro, sempre più in costante evoluzione: questa visione viene condivisa dalla maggior parte dei dirigenti d’impresa di tutto il mondo. Tuttavia, le organizzazioni stanno riscontrando difficoltà nell’implementazione di queste tecnologie a causa di un considerevole deficit di competenze. Allo stesso tempo, anche l’operatività delle strategie di AI e ML rallenta a causa, in particolar modo, della mancanza d’integrazione dei dati e delle preoccupazioni dei dipendenti, i quali temono di poter essere sostituiti dalla tecnologia”.
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