I vantaggi e i limiti dell’intelligenza artificiale nelle risorse umane
Dalla selezione dei candidati alla formazione, dal monitoraggio delle performance all’analisi del sentiment: l’AI può migliorare in molti modi il lavoro delle HR.
Pubblicato il 06 settembre 2023 da Redazione

Il dibattito sull’impatto dell’intelligenza artificiale è esploso solo di recente, sull’onda del successo di ChatGPT, a cui sono seguiti lanci di simili applicazioni di AI generativa e di large language model disponibili per sviluppatori e aziende. Ma nel campo delle risorse umane l’AI viene utilizzata da anni, soprattutto per attività di analisi dei curricula e dei candidati. Oggi altri utilizzi si fanno strada nelle HR, non solo per la fase di recruiting, e l’AI generativa rappresenta una nuova frontiera da esplorare.
Tra i responsabili delle risorse umane intervistati da Gartner lo scorso giugno, il 52% ha detto di essersi interessato a possibili utilizzi della genAI e il 76% crede che alla propria azienda convenga adottarla rapidamente. E già nella primavera del 2022, prima dell’esplosione di popolarità della genAI, la ricerca "Future of Work” di Idc evidenziava che il 60% delle grandi aziende era intenzionato ad adottare strumenti di AI e machine learning nell’ambito delle risorse umane.
Cornerstone, un fornitore specializzato in tecnologie per le risorse umane, vede in particolare sette vantaggi nell’uso dell’AI in questo settore. Il primo, già citato, è il miglioramento dei processi di selezione, grazie a strumenti di analisi automatica dei curricula e anche con la possibilità di svolgere video colloqui automatizzati. I selezionatori o responsabili aziendali coinvolti possono quindi concentrarsi su attività a maggior valore, come il coinvolgimento del candidato e la sua valutazione.
In secondo luogo, benché spesso accusati di veicolare un bias, un pregiudizio, gli algoritmi di AI possono in realtà aiutare a prendere decisioni oggettive, non viziate da idee preconcette (magari retaggio di una cultura aziendale da cui è difficile staccarsi). L’AI può anche migliorare i processi di onboarding, fornendo supporto ai neoassunti con informazioni e risposte alle domande frequenti.
Quarto vantaggio riguarda l’AI può supportare l’analisi predittiva su diversi tipi di dati, tra cui performance, partecipazione e turnover del personale, e quindi può identificare i potenziali rischi di dimissioni e aumentare la retention, oppure aiutare a sviluppare piani di successione aziendale efficaci.
(Immagine tratta da Pixabay; in apertura, immagine di creativeart su Freepik)
Il quinto beneficio evidenziato da Cornerstone è la possibilità di monitoraggio continuo delle prestazioni dei dipendenti, utile non solo per esercitare un controllo ma per avere una valutazione accurata, per riconoscere i giusti meriti o definire i margini di miglioramento. Inoltre, sesto vantaggio, l’AI può servire per creare corsi di e-learning personalizzati, con le modalità di fruizione (piattaforma web, app mobili) e i contenuti più adatti a ciascun dipendente o alle esigenze dell’azienda.
Al settimo punto della lista c’è il coinvolgimento e benessere dei dipendenti, dato che l’intelligenza artificiale è il motore alla base degli strumenti di sentiment analysis che consentono di registrare le opinioni e la soddisfazione del personale tramite chat, social medie o altri canali. Con questa conoscenza in mano, dunque, possono riconoscere potenziali problemi e intervenire proattivamente. Cornerstone sottolinea anche i limiti attuali dell’AI, e in particolare il fatto che manchi di soft skill e di empatia. Gli addetti alle risorse umane restano quindi fondamentali per la gestione delle relazioni e la costruzione di rapporti solidi tra collaboratori e aziende.
RISORSE UMANE
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