Il 2016 è stato l’anno d’oro dei malware
Nell’ultima edizione del Threat Intelligence Report di Nokia si sottolinea che a ottobre risultava infetto l’1,35% dei dispositivi: il dato maggiore dal 2012. In totale, il numero di infezioni è salito del 400% rispetto al 2015. Android il sistema operativo più bersagliato. I Pc Windows sempre meno attraenti; crescono invece gli attacchi IoT.
Pubblicato il 27 marzo 2017 da Redazione

I malware mobile non se la potrebbero passare meglio. Secondo gli ultimi dati del Threat Intelligence Report di Nokia, appena pubblicato, il numero di infezioni maligne nella seconda metà del 2016 è cresciuto del 63 per cento rispetto ai primi sei mesi dell’anno, toccando a ottobre il dato più alto mai raggiunto dal 2012: su 100 dispositivi 1,35 risultavano infetti da malware. Complessivamente, l’anno scorso gli attacchi scatenati da programmi maligni sono aumentati del 400 per cento. Gli smartphone sono risultati essere i device più colpiti, con l’85 per cento di infezioni totali, e ovviamente il “premio” per il sistema operativo più bersagliato è stato assegnato ad Android (81%). Ma, ha sottolineato Nokia, non va sottovalutato l’interesse degli hacker verso iOs, che è stato colpito nel 4 per cento dei casi.
In particolare, la principale minaccia per i dispositivi Apple è risultato essere Spyphone, software in grado di tenere traccia delle chiamate degli utenti, oltre che di molte altre informazioni come messaggi di testo, ricerche Web, localizzazione Gps, attività sui social media e così via. Alla crescita della diffusione di malware su mobile ha fatto da contraltare la flessione delle infezioni in ambito Pc.
Secondo i dati del Threat Intelligence Report di Nokia, nella seconda metà del 2016 gli attacchi a computer Windows hanno rappresentato il 15 per cento del totale, contro il 22 per cento dei primi sei mesi dell’anno scorso. Stesso discorso per i “contagi” nelle reti fisse domestiche, scesi dal 12 al 10,7 per cento e risultati in calo anche rispetto all’11 per cento del 2015. Anche se le minacce dalla pericolosità maggiore, come bot, rootkit, keylogger e trojan bancari sono rimasti stabili al 6 per cento.
Discorso opposto invece per le vulnerabilità legate ai dispositivi connessi, vale a dire gli oggetti dell’Internet of Things, che stanno riscuotendo sempre più le attenzioni dei pirati informatici. È il caso, citato ovviamente nel report, di Mirai: lo scorso ottobre la botnet, sfruttando anche milioni di dispositivi di domotica, ha fatto collassare il provider statunitense Dyn, rendendo inaccessibili siti del calibro di Twitter, eBay, Netflix e Paypal.
Fonte: Threat Intelligence Report, Nokia. Tasso di infezioni su dispositivi mobili
Si è trattato dell’attacco Ddos più grande della storia, capace di generare un traffico da 1,2 Terabit al secondo in tre principali ondate, di cui l’ultima ha avuto effetti anche in Europa. Questo genere di operazioni, ha spiegato Nokia nel report, “sottolinea il bisogno urgente di funzionalità di sicurezza più robuste, in modo da proteggere i dispositivi IoT” da exploit futuri.
MERCATI
- Il mercato dei dispositivi indossabili si risveglia, +6% nelle vendite
- Oracle inizia il nuovo anno fiscale con ricavi in crescita del 9%
- Intelligenza artificiale, Alibaba non mollerà la presa
- Chip per l’intelligenza artificiale, mercato raddoppiato in quattro anni
- Vendite sotto ai livelli del 2022 ma in chiara ripresa per Dell
NEWS
- Paessler acquisisce Itps Group per potenziare il monitoraggio
- I chatbot si preparano a invadere i social, con Meta AI e "personaggi"
- I servizi di cloud computing di Akamai trovano casa a Milano
- Riverbed aiuta a misurare e ridurre i consumi degli endpoint
- Ibm semplifica il reporting Esg con il Natural Language Processing