Il chiodo fisso di Google è l’intelligenza artificiale
Nel keynote introduttivo della conferenza I/O, l’azienda ha parlato quasi esclusivamente dell’Ai e delle prossime novità legate agli algoritmi smart. Da Gmail a Mappe, passando per Android “P”, le funzionalità intelligenti diventeranno sempre più pervasive.
Pubblicato il 09 maggio 2018 da Alessandro Andriolo

Android festeggia dieci anni di vita e, insieme all’intelligenza artificiale, occupa il centro della scena durante il Google I/O 2018. La conferenza per sviluppatori di Big G ha preso il via ieri a Mountain View con il keynote del Ceo, Sundar Pichai, che ha parlato per quasi tutto il tempo delle potenzialità dei dispositivi smart e di come questo insieme di tecnologie cambierà le nostre vite. È da circa due anni che l’azienda californiana ha sottolineato il proprio passaggio da una strategia mobile first a una Ai first e l’intervento di ieri è stata l’occasione per mostrare i progressi e anticipare le novità del futuro. Ad esempio, il machine learning consentirà a Smart Compose di Gmail di completare in automatico il testo inserito dall’utente, prendendo spunto dalla stessa funzionalità presente da tempo nelle ricerche Google. Premendo il tasto Tab su computer sarà possibile scegliere il testo proposto dal sistema. Il rilascio di Smart Compose dovrebbe partire entro fine maggio.
Un altro campo su cui Big G sta sperimentando molto è quello fotografico, a partire ovviamente dai propri smartphone della serie Pixel, ricchi di funzionalità intelligenti. Il centro di tutto ciò è l’applicazione Foto, rinnovata di recente in profondità, la quale si doterà molto presto delle Suggested Actions: l’app, ad esempio, analizzerà il soggetto nell’immagine e se lo etichetterà come persona conosciuta suggerirà all’utente di condividere la foto con lui. Inoltre, gli algoritmi potranno colorare scatti in bianco e nero, correggere i difetti delle immagini con ancora più precisioni e trasformare le foto in Pdf.
Il mobile è il settore dove le aziende consumer stanno sperimentando di più e il colosso di Mountain View è ovviamente in prima linea. Il protagonista della svolta smart di Google sui cellulari è Assistant, svelato per la prima volta due anni fa e ormai in procinto di essere disponibile in ottanta Paesi e trenta lingue diverse. Scott Huffman, responsabile dello sviluppo del servizio, ha spiegato l’avvio di un nuovo progetto per rendere le conversazioni con Assistant ancora più naturali.
Il grande limite di piattaforme di questo genere è quello di poter concatenare più domande, come ad esempio “Trova un ristorante cinese ben recensito” “e che sia accogliente”. Huffman ha sottolineato come la propria società abbia iniziato ad affrontare la questione, promettendo presto grandi novità. Dalla prossima estate, inoltre, Assistant verrà integrato in Mappe e in altre applicazioni del gruppo.
Smart Compose di Gmail
E non è finita: in una dimostrazione live, il manager ha chiesto al “maggiordomo vocale” di chiamare un barbiere e di prenotare un appuntamento. La conversazione è stata a quanto pare perfetta, con Assistant che ha aggiunto qua e là delle pause e interiezioni tipiche degli umani. Trattandosi soltanto di una demo, è probabile che Google abbia confezionato tutto nei minimi dettagli per evitare imprevisti. Ma, se una funzionalità del genere dovesse vedere effettivamente la luce, sarebbe un decisivo salto di qualità.
Le novità portate da Android P
Anche nel caso dell’aggiornamento del sistema operativo mobile le novità di rilievo riguardano l’intelligenza artificiale. “P”, ad esempio, imparerà a conoscere le abitudini dell’utente per gestire la batteria in modo più efficace, interrompendo processi e applicazioni che non vengono utilizzati da tempo. Anche la luminosità dello schermo verrà adattata in modo smart. Big G ha introdotto nuove gesture, come “shush”, che permette di posizionare il cellulare con il display verso il basso e attivare automaticamente la modalità “non disturbare”.
Per gli sviluppatori, Google ha messo in campo il Machine Learning (Ml) Kit, che consentirà di integrare moduli di intelligenza artificiale nelle applicazioni. Anche di iOs. I developer non dovranno fare altro che caricare le proprie app su Firebase e accedere così alle Api del kit, che permettono di riconoscere in automatico un’immagine, di leggere codici a barre, di acquisire testo e così via. Tutte le funzionalità del pacchetto sono gratuite.
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