29/10/2019 di Redazione

Il digitale ha cambiato per sempre il mondo delle banche

Siamo entrati nell’era del banking post-digitale, un’era in cui gli attori tradizionali non possono più ignorare le sfide e opportunità della digitalizzazione. Se ne è parlato nel recente “Banking Summit” di The Innovation Group.

immagine.jpg

Le tecnologie digitali stanno trasformando qualsiasi settore di mercato, ma fra tanti ambiti quello del banking è particolarmente sotto pressione. Il mobile, il cloud, le forme alternative di pagamento, gli analitycs, la direttiva Psd2 hanno aperto per le banche molte nuove opportunità ma anche nuove sfide (di sicurezza e di competizione con nuovi attori emergenti delle fintech, per esempio). Possiamo parlare, oggi, di un banking “post-digitale”, immaginando di aver già attraversato una trasformazione irreversibile di questo settore e del rapporto fra banche e clienti?

Si è discusso di questo tema al recedente “Banking Summit” organizzato da The Innovation Group. Ecco alcuni degli spunti emersi.

È possibile pensare a un banking post-digitale? È stato questo il tema che ha accompagnato l’edizione 2019 del “Banking Summit”, l’evento organizzato da The Innovation Group lo scorso 10 e 11 ottobre a Bardolino con l’obiettivo di proporre un solido confronto sui diversi cambiamenti che stanno impattando le banche italiane e su come dovrebbe evolvere il business bancario con il digitale e le tecnologie Ict.

Ma che cosa si intende per banking post-digitale? L’espressione vuole indurre a riflettere sul fatto che introdurre e sviluppare un ampio utilizzo del digitale all’interno del contesto bancario non deve essere un obiettivo da raggiungere ma un punto di partenza, uno strumento grazie al quale poter offrire prodotti innovativi e inaugurare nuovi business model. Se, infatti, il 2018 e il 2019 hanno segnato il ritorno alla profittabilità per molte banche italiane, rendendo necessaria una forte spinta a investire in strategie di “digitalizzazione”, il focus continua ad essere l’aumento dell’efficienza e la creazione di nuovi servizi a valore aggiunto per semplificare la relazione con una clientela sempre più esigente e sempre meno fedele. 

Al riguardo, una delle principali sfide che le banche dovranno affrontare nei prossimi anni sarà come intercettare il nuovo target dei Millennial (allo stato attuale in Italia se ne contano 13 milioni), i clienti del futuro, nativi digitali che concepiscono le tecnologie digitali come parte integrante della propria quotidianità e richiedono user experience all’insegna dell’always connected.

Diversi gli speaker intervenuti: da Gregorio De Felice, Chief Economist di Intesa Sanpaolo, che ha mostrato una panoramica sull’industria finanziaria italiana per il biennio 2019-2020, a Pietro Candela, head of business development di Alipay Italy, che ha parlato di come supportare il retail nell’affrontare la forte sfida competitiva posta dall’ecommerce, e infine Cosimo Pacciani, former chief risk officer di European Stability Mechanism, secondo cui la fase di transizione che stanno vivendo le banche italiane conduce, da una parte, alla difficoltà di comprendere il grande cambiamento che stanno vivendo, dall’altra, a comprendere come avviare l’integrazione di tecnologie in maniera coordinata e regolata.

Nonostante sia stato avviato un percorso di cambiamento e di espansione, per le banche diventa, dunque, necessario intraprendere una profonda revisione del mercato partendo da una vera e propria rivoluzione tecnologica e digitale.

Quali sono, quindi, le strategie da adottare? Su quali modelli di business si basano i nuovi attori alternativi alle banche tradizionali, come Penta, N26, Revolut, Illimity Bank e Qonto? Per scoprirlo, vi invitiamo a continuare la lettura sul sito di The Innovation Group.

 

ARTICOLI CORRELATI