18/02/2011 di Redazione

Il futuro prossimo di Nokia fra promesse e minacce

Il Ceo Stephen Elop, da Barcellona, professa ottimismo e indica nei mercati emergenti la via per far tornare la società ai fasti del recente passato. Ma intanto sindacati finlandesi, alcuni azionisti e sviluppatori scendono sul piede di guerra

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Stephen Elop è stato uno dei protagonisti principali del Mobile World Congress. L’ultimo dei suoi tre interventi in pubblico a Barcellona – dopo l’evento Nokia di domenica sera e la comparsata al fianco di Steve Ballmer di lunedi pomeriggio – ha avuto per oggetto i mercati emergenti. L’80% della popolazione mondiale, ha detto il Ceo della casa finlandese, sono oggi raggiunti dal segnale delle reti mobili ma solo il 20% di questi è connesso a Internet. Cambiare questo rapporto: ecco la ricetta che Nokia vuole fare propria per tornare ai fasti del recente passato.

Stephen Elop e Steve Ballmer insieme al Mobile World Congress di Barcellona



La società vuole dunque puntare sulle aree in via di sviluppo e per connettere queste al resto del mondo digitalizzato Elop ha promesso nuovi investimenti sui prodotti a piattaforma Symbian Serie 30 e Serie 40, dispositivi che ricoprono un importantissimo ruolo nel catalogo del produttore scandinavo. Altre risorse saranno quindi destinate all’ampliamento di servizi come Nokia Money e  Nokia Life Tools, al lancio di soluzioni di social networking, instant messaging ed e-mail per gli utenti low end e l’estensione dei servizi di mapping ai telefonini della Series 40.

Di novità, a quanto dice Elop, Nokia ne ha in cantiere parecchie, al di là di quello che dovrà e voorà fare in chiave Windows. Eppure all’orizzonte si profilano anche nuvoloni assai minacciosi. Dai sindacati finlandesi, per esempio, è stato inviato alla società un messaggio molto esplicito: se come sembra gran parte delle attività di ricerca e sviluppo verranno spostati nella Silicon Valley, con il conseguente taglio di 4-6mila dipendenti, la società deve riconoscere ad ognuno di questi una buonuscita di 100mila euro. Lo ha scritto ieri il quotidiano economico svedese Dagens Industri e al momento rimane solo un’ipotesi, che se dovesse però concretizzarsi costerebbe al cassiere di Nokia qualcosa come 5,4 miliardi di corone svedesi, circa 600 milioni di euro.

Sul piede di guerra contro Nokia, oltre al ministro dell’Economia finlandese Mauri Pekkarinen, si sono quindi avviati anche nove azionisti Nokia e un gruppo di sviluppatori. Uno sparuto gruppo di dissidenti che però promette battaglia in occasione dell’Assemblea generale della società in calendario il prossimo 3 maggio. Le richieste messe all’ordine del giorno prima sul sito nokiaplanb.com e poi su Twitter non hanno bisogno di troppi commenti: destituzione immediata di Stephen Elop dalla carica di presidente e Ceo, rinnovamento della classe dirigente, focus su MeeGo quale piattaforma primaria per gli smartphone di Nokia e allungamento del ciclo di vita di Symbian di altri cinque anni sono i punti chiave del documento. Lo hanno denominato “Nokia Plan B”.


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