16/08/2017 di Redazione

Il “lago ghiacciato” di Intel sarà pronto tra oltre un anno

Il produttore ha pubblicato una pagina web di presentazione della nona generazione Core, chiamata Ice Lake: prodotta a 10 nm+, succederà ai chip Cannon Lake, che dovrebbero arrivare a fine 2017. Non si conoscono però i dettagli tecnici. Nel frattempo il C

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Intel dà un assaggio del futuro dei propri chip. A fine anno è atteso il debutto di Cannon Lake, prima generazione di core a 10 nanometri, ma per il colosso di Santa Clara i tempi sono già maturi per iniziare a parlare anche dell’aggiornamento di Cannon Lake, che arriverà nel tardo 2018 (forse anche a inizio 2019) e sarà battezzato Ice Lake. Si tratterà quindi della seconda ondata di chip a 10 nanometri, identificato come “10 nm+”. La pagina web creata da Intel per descrivere le soluzioni Ice Lake è al momento molto avara di dettagli, ma l’azienda descrive il prossimo gruppo di Cpu come “un successore della famiglia Intel Core”. È lecito quindi aspettarsi anche altre novità dal gruppo californiano? Non si sa. Ma è certamente un fatto strano che il produttore decida di parlare già oggi di Ice Lake, quando le specifiche della seria Cannon Lake sono ancora praticamente sconosciute.

Senza contare che Intel è attesa sul mercato anche con Coffee Lake (la presentazione è fissata per il 21 agosto), che rappresenta il terzo ciclo di aggiornamento per il processo a 14 nanometri (dopo Skylake e Kaby Lake, già in commercio e parte della settima generazione Core). Coffee Lake e Cannon Lake dovrebbero quindi andare a comporre l’ottava iterazione della serie: la prima piattaforma sarà desinata a Pc desktop e laptop mentre la seconda, grazie al nuovo nodo a 10 nanometri, verrà integrata con tutta probabilità nei prodotti mobili e in tutti i dispositivi a basso consumo energetico.

Nel frattempo si è saputo che il Ceo di Intel, Brian Krzanich, ha deciso di lasciare l’American Manufacturing Council, consiglio informale istituito da Donald Trump e formato da diversi rappresentanti di grandi aziende statunitensi per discutere del futuro dell’industria manifatturiera a stelle e strisce. La scelta di Krzanich è dovuta ai fatti di sangue di Charlottesvile (Virginia) della scorsa settimana, quando un’auto si è abbattuta su un corteo antirazzista provocando un morto e decine di feriti.

Al Ceo di Intel non è piaciuto il ritardo con cui il presidente Usa ha condannato (senza tra l’altro calcare troppo la mano) l’omicidio e la manifestazione organizzata dai suprematisti bianchi, con tanto di partecipazione del Ku Klux Klan, per protestare contro la rimozione di una statua del generale sudista Robert Lee nella cittadina della Virginia.

 

Brian Krzanich, Ceo di Intel

 

“Ho rassegnato le dimissioni per richiamare l’attenzione sul serio danno che il nostro clima politico diviso sta causando in merito a certi aspetti, compreso il bisogno necessario di risolvere il declino del manifatturiero americano”, ha scritto il Ceo di Intel. “I politici e l’agenda politica hanno ostacolato l’obiettivo importante di ricostruire la base manifatturiera dell’America”.

“Ho già espresso la mia totale avversione per i recenti fatti di Charlottesville e ho chiesto a tutti i leader di condannare i suprematisti bianchi e i loro pari che hanno sfilato e commesso violenze. Mi dimetto perché voglio favorire il progresso, mentre molti a Washington sembrano più preoccupati ad attaccare chiunque non la pensi come loro. Dovremmo onorare – e non attaccare – coloro i quali hanno fatto sentire la propria voce per l’uguaglianza e per altri preziosi valori americani. Spero che questo cambi e rimango a disposizione per dare una mano se questo succederà”, ha aggiunto Krzanich”.

 

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