Il lavoro ibrido aiuta l’innovazione? In Emea pareri discordanti
Secondo uno studio di Vmware, In Emea il 62% dei professionisti pensa che la propria azienda sia più innovativa se si lavora in ufficio. In Italia, però, prevale l'idea opposta.
Pubblicato il 01 dicembre 2022 da Redazione

Questo 2022 in dirittura d’arrivo è stato, tra le altre cose, l’anno della conferma del lavoro ibrido. Alternare presenza in sede e giornate trascorse in smart working è diventata ormai un’abitudine per molti professionisti e questo modello presenta diversi vantaggi. Non tutti, però, concordano su quali esattamente siano i benefici. Così suggerisce il nuovo studio "The Distributed Work Dilemma: When Innovation and Job Satisfaction Compete", sponsorizzato da Vmware e condotto da Vanson Bourne intervistando (tra luglio e agosto di quest’anno) 5.300 professionisti, tra responsabili delle risorse umane, dell'IT e delle decisioni aziendali, su scala globale.
Dove e come preferiscono lavorare le persone, e perché? Nella regione Emea, ben l’81% dei dipendenti preferisce non avere vincoli sulla scelta del luogo da cui lavorare, e il dato non stupisce troppo: una volta che ci si abitua alla libertà (sebbene essa non comporti un minore impegno in termini di produttività e risultati) è difficile tornare indietro. Tra coloro che possono alternare giorni in presenza e smart working, un buon 56% ha riferito un miglioramento dell’umore, il 53% sente di collaborare meglio con i colleghi e il 52% nota una maggiore creatività.
L’incognita dell’innovazione
In realtà, tra gli intervistati dell’area Emea, la maggioranza (62%) pensa che la propria organizzazione sia più innovativa se i dipendenti si ritrovano insieme in ufficio. In Italia, però, la percentuale dei "tradizionalisti" è solo il 48%. Insomma, sul fronte del potenziamento dell’innovazione ci sono poche certezze, sebbene la stragrande maggioranza delle aziende (il 92% di coloro che adottano una politica di lavoro distribuita e l’82% di quelle dove si lavora solo in presenza) abbia definito delle metriche per monitorare questo aspetto.
Per il futuro prossimo (a 12 mesi dall’intervista), il 72% delle organizzazioni Emea e il 71% di quelle italiane hanno in programma di investire in modo significativo nella cultura digitale . Una quota più piccola, di circa un terzo (32% in Emea e 33% in Italia) sta dando priorità agli investimenti che alimentano l'innovazione e la creatività.
L’ampia indagine di Vmware e Vanson Bourne ha fatto emergere anche alcune tendenze che delineano un cambio di traiettoria rispetto al recente passato. Se nel 2021 tanto si era parlato (e se ne parla comunque ancora) di Great Resignation, l’attuale clima economico spinge alla cautela i professionisti, oggi meno propensi ad abbandonare il posto di lavoro senza aver trovato prima un’alternativa. I datori di lavoro iniziano ad avere di nuovo il proverbiale “coltello dalla parte del manico”, ma allo stesso tempo è vero che il problema della carenza di talenti, specie per le professioni informatiche, non è stato risolto. In generale aumenta, anzi, il turnover dei dipendenti e questo è vero soprattutto per i team addetti alla sicurezza informatica.
Automazione per lavorare meglio
Vmware sottolinea come gli investimenti tecnologici e in particolare le soluzioni per l’automazione siano preziosi per lavorare meglio, ridurre lo stress e il rischio di burnout, stimolando al contempo l’innovazione. Tra le aziende Emea del campione, il 46% sta investendo nell'automazione per migliorare l’esperienza e aumentare la produttività dei dipendenti, e fa piacere vedere che in Italia la percentuale sale al 57%. Inoltre il 49% delle aziende Emea (e il 52% delle italiane) sta cercando di velocizzare le proprie operations e di ridurre i costi. Gli investimenti si concentrano maggiormente nelle realtà che hanno adottato lo smart working o il lavoro ibrido, anziché nelle tradizionaliste.
“Le aziende devono continuare a trovare il giusto equilibrio nell’incentivare l'innovazione senza ridurre la motivazione e la produttività dei dipendenti”, ha commentato Shankar Iyer, senior vice president e general manager, end-user computing di Vmware. “Investendo in strumenti di collaborazione digitale, automazione e politiche di team-building, i responsabili aziendali possono promuovere l'efficienza, garantendo al tempo stesso la flessibilità del lavoro in ufficio o da remoto”.
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