07/06/2019 di Redazione

Il riconoscimento facciale inquieta Microsoft: rimosso database

Ms Celeb conteneva 10 milioni di foto di 100mila persone, perlopiù celebrità. Nato come progetto accademico, è stato utilizzato da un numero imprecisato di aziende (forse) anche per scopi impropri. È molto probabile che ne esistano delle copie.

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Microsoft cambia idea sul riconoscimento facciale di massa. L’azienda ha rimosso dal Web il database Ms Celeb, contenente 10 milioni di foto di 100mila persone (principalmente celebrità) e utilizzato inizialmente per fini accademici. Le immagini venivano infatti sfruttate per addestrare i sistemi di intelligenza artificiale nel riconoscimento dei personaggi famosi. Pubblicato per la prima volta nel 2016, Ms Celeb è stato descritto come il più grande database pubblico al mondo utilizzabile per questi scopi. Non a caso ha rappresentato la base del lavoro di molte organizzazioni in tutto il globo, da aziende cinesi specializzate nell’AI come Megvii e Sensetime a ricercatori in campo militare. Evidentemente i possibili usi distorti della tecnologia hanno costretto Microsoft a fare retromarcia.

Non a caso sembra che Ms Celeb sia stato utilizzato dalle autorità cinesi per effettuare schedature di massa delle minoranze entiche nel Paese del Dragone. È probabile che il dataset contenesse anche foto di persone non esposte pubblicamente, per cui non è previsto il consenso all’utilizzo se i file ricadono sotto la licenza Creative Commons. Secondo il ricercatore Adam Harvey, il primo a scoprire i movimenti di Microsoft, sarebbero presenti immagini di esperti di sicurezza e giornalisti.

L’azienda di Redmond si è difesa sostenendo come il progetto fosse nato solo per scopi accademici e che fosse guidato da un ex dipendente. Ma la rimozione dei file dal Web non significa che i dati non siano più accessibili: è sufficiente che Ms Celeb sia stato scaricato su qualche computer. È quindi del tutto possibile che nel prossimo futuro le immagini rifacciano capolino in rete.

Sembra che i principali colossi hi-tech stiano prendendo posizioni nette sul riconoscimento facciale, avendone probabilmente capito i potenziali pericoli se utilizzato per fini impropri. Google, per esempio, si è rifiutata in passato di rendere pubbliche le Api sviluppate per l’identificazione dei volti e ha interrotto parzialmente la propria collaborazione con il Pentagono.

Anche Amazon Web Services, che offre un servizio in cloud come Rekognition, ha dovuto esplicitare come si debba e si possa evitare il rischio di abusi e violazioni dei diritti civili, semplicemente usando la tecnologia nel modo corretto e nel pieno rispetto delle leggi. La stessa Microsoft ha deciso di non vendere certe soluzioni di intelligenza artificiale a governi autoritari. Infine, per la prima volta negli Stati Uniti, la città di San Francisco ha scelto di bandire completamente l’uso del riconoscimento facciale da parte delle autorità locali.

 

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