01/06/2011 di Redazione

Il volume dei dati esplode? Metterli in sicurezza non basta più

Marco Riboli, Vice Presidente e General Manager per la EMEA Mediterranean Region di Symantec, analizza le tendenze che stanno caratterizzando il mondo IT e spiega come le aziende dovrebbero approcciare la protezione e la gestione delle informazioni critic

immagine.jpg

La consumerizzazione dell’IT, l’esplosione nell’utilizzo di nuove piattaforme mobili, il cloud computing, la diffusione ormai radicata della virtualizzazione: le tendenze che stanno caratterizzando da qualche tempo il mondo dell’IT sono note.

Gli effetti della recessione economica del biennio 2008-2009 hanno però molto condizionato i budget di spesa in soluzioni informatiche, bloccando in vari casi sul nascere progetti legati all’adozione di nuove tecnologie. “La crisi – questo il parere di Marco Riboli, Vice Presidente e General Manager di Symantec per la EMEA Mediterranean Region – ha portato ancora una volta tutte le aziende a ripensare al concetto di IT, o per tagliare i costi di infrastruttura o per utilizzare le risorse tecnologiche meglio e in modo più efficiente”.

Marco Riboli, Vice Presidente e General Manager di Symantec per la EMEA Mediterranean Region



Se a questo scenario aggiungiamo il fatto, provato e consolidato, che il volume di dati e informazioni circolanti è in progressivo aumento – “l’iPhone – ha detto in proposito Riboli – è utilizzato mediamente per il 70% per attività diverse da quelle delle chiamate voce, e cioè per applicazioni e servizi dati” – e che il cloud ha trovato terreno florido per attecchire ecco che il quadro “macro” di quali siano le priorità sul tavolo di Cio e responsabili informatici è praticamente completo.

Mobility, virtualizzazione e computing a nuvola sono del resto, e non a caso, anche i tre capisaldi della strategia 2011 di Symantec, che sul piatto ci mette anche gli asset (sottoforma di tecnologie e soluzioni) derivanti dalle acquisizioni di questi ultimi anni, da Veritas ad Altiris, da VeriSign a ClearWell (annunciata la scorsa settimana). E ovviamente competenze specifiche, perché se è vero che entro il 2015 il 60/70% dei server attivi sul pianeta saranno virtualizzati è anche doveroso che dentro le aziende evolvano di pari passo anche gli strumenti adibiti allo storage e alla gestione dei dati che girano e che vengono distribuiti fra le macchine fisiche e quelle virtuali, nelle applicazioni on premise e dentro la nuvola.

L’approccio che caratterizza la proposta della casa californiana è stato, in quest’ottica, così riassunto da Riboli: “Premesso che cloud e virtualizzazione sono temi diffusi e ben percepiti in seno alle aziende, queste vogliono essere certe delle sicurezza delle proprie informazioni critiche ma vogliono anche averle a disposizione sempre e in tempo reale, all’interno della propria organizzazione e da qualsiasi device”.

Il back up è un concetto assodato ma ancora non sfruttato al meglio

Il problema è che il volume di dati da gestire e fra cui cercare le informazioni che servono è potenzialmente enorme – si parla complessivamente di 800mila Petabyte a livello mondiale – e quindi occorre poter fare leva su soluzioni che aiutino i responsabili IT in questo lavoro. “I temi caldi – ha spiegato in tal senso Riboli – sono quelli della deduplica, del back up e del restore dei dati. C’è molta più consapevolezza dell’importanza di queste soluzioni rispetto al passato e nel caso del back up si può parlare di concetto assodato, per quanto poche aziende ancora oggi sono in grado di sfruttare al meglio le potenzialità di questa tecnologia”.

 Le tecnologie di Symantec per la sicurezza nella virtualizzazione in rassegna a Milano il prossimo 9 giugno

 
Una difficoltà in più per i Cio è arrivata e sta arrivando con l’affermarsi del fenomeno della consumerizzazione dell’IT in azienda. “Nel 2014 – ha osservato in merito Riboli – il 70% degli strumenti operativi di un’organizzazione sarà di origine personale. L’obiettivo cui tendere è quello di eliminare tutto ciò che è ridondante perché occupa risorse e di rendere al contempo sicuri sistemi e infrastrutture: proteggersi dagli attacchi non è più sufficiente, è necessario, anzi indispensabile, implementare policy e procedure adeguate, a vari livelli e sui diversi strati, vedi per esempio il controllo degli accessi. E questo perché gli apparati di sicurezza tradizionali non possono più garantire da soli la protezioni accurata delle informazioni critiche per l’azienda”.

Al Technology Day, in programma a Milano il prossimo 9 giugno, si parlerà in dettaglio proprio di questi temi, e di come in particolare si può risolvere il problema della crescente complessità di gestione delle risorse e dei sistemi IT senza pregiudicare il controllo, la sicurezza e la disponibilità delle informazioni ritenute critiche per il business aziendale.

ARTICOLI CORRELATI