17/05/2016 di Redazione

Indossabili, il mercato crescerà: ma non ci sarà spazio per tutti

Secondo Idc, nel primo trimestre del 2016 sono stati consegnati 19,7 milioni di wearable, con un boom del 67,2% su base annua. Guidano la classifica Fitbit, Xiaomi e Apple, scalzata proprio dai cinesi. Il Watch di Cupertino è padrone del segmento “orologi

immagine.jpg

Il mercato dei dispositivi indossabili cresce e matura, seguendo tre tendenze principali: numerosi rilasci da parte anche di nuove aziende, riduzione dei prezzi e razionalizzazione dell’offerta. La fotografia l’ha scattata Idc, che ha pubblicato il proprio rapporto trimestrale sui wearable riferito ai primi tre mesi del 2016. Secondo la società di ricerca, il comparto ha fatto un balzo in avanti del 67,2 per cento su base annua, con 19,7 milioni di device consegnati in confronto agli 11,8 milioni del primo trimestre del 2015. Un buon segno, ma che nasconde anche dei risvolti potenzialmente negativi. “Gli indossabili che vediamo oggi sono infinitamente più sviluppati rispetto a quelli in circolazione agli albori del mercato”, commenta Ramon Llamas, research manager per il team Wearable Idc. “Questo li mantiene rilevanti […] ma il mercato sta diventando sempre più affollato e il successo non è più garantito per tutti”.

Dal punto di vista numerico, il leader è ancora Fitbit, anche se il vendor ha perso in un anno oltre otto punti percentuali di quote: secondo Idc, la società specializzata negli indossabili deteneva nel primo trimestre del 2016 il 24,5 per cento di market share, con 4,8 milioni di dispositivi consegnati. Al secondo posto si trova ora Xiaomi, che con il 19 per cento e un volume di 3,7 milioni di pezzi venduti (più 41,8% YoY) ha surclassato Apple. Anche se i numeri della compagnia sono esclusivamente cinesi e, sottolinea Idc, uscire dal proprio terreno di gioco rappresenta la sfida più difficile per Xiaomi.

Completa quindi il podio la Mela, che in un anno è riuscita a ritagliarsi il 7,5 per cento di quote e a consegnare 1,5 milioni di modelli. Ovviamente, Apple merita un discorso a parte. Il colosso di Cupertino si inserisce al momento solo nel segmento degli smartwatch, oggetti mediamente molto più costosi, per esempio, dei fitness tracker o di altri dispositivi dalle funzionalità ridotte.

Considerando solo questo settore, Apple è prima con un rilevante 46 per cento di quote, oltre il doppio di Samsung (20,9 per cento e 700mila device consegnati), e quasi il quintuplo di Motorola (10,9%, 400mila). Certo, le cifre sono ancora da business quasi di nicchia. “Secondo il Ceo di Apple Tim Cook, il Watch ha soddisfatto le aspettative dell’azienda”, scrive Idc nel report. “I volumi totali e il fatturato però si sono attestati molto dietro rispetto a iPhone, iPad e Mac e hanno fatto poco per tamponare il loro declino”.

 

Fonte: Idc

 

Quindi, continua la società di ricerca, “fino a quando non uscirà la prossima versione del Watch, è possibile che Apple continuerà semplicemente ad aggiornare i cinturini in modo da mantenere il prodotto rilevante”. E adesso cosa succederà nel mercato degli indossabili? “Assistiamo a una chiara biforcazione”, spiega Jitesh Ubrani, senior research analyst di Idc. “Gli smartwatch provano a offrire un’esperienza olistica per chiunque, mentre i wearable basici come i fitness band, i vestiti intelligenti o le cuffie smart sono pensati per un uso specialistico”.

“Sarebbe miope considerare i semplici wearable e gli smartwatch in competizione l’uno con l’altro”, continua Ubrani. “Fino ad oggi entrambi sono stati essenziali per espandere il mercato globale. Le funzionalità uniche, unite a differenze sostanziali sia dal punto di vista dei prezzi sia delle performance inserisce gli oggetti in due categorie diverse, lasciando molto spazio di crescita per tutte e due le tipologie di device”.

 

ARTICOLI CORRELATI