Pubblicato il 27 giugno 2016 da Redazione
Intel sarebbe pronta a proseguire la sua strategia di riposizionamento sfrondando anche la divisione dedicata alla sicurezza. L’indiscrezione è stata riportata dal Financial Times e riguarda Intel Security, l’ex McAfee rilevata nel 2010 per 7,7 miliardi di dollari. Secondo il quotidiano economico il colosso dei chip starebbe parlando con diverse banche per cercare compratori, in quello che potrebbe essere uno dei “maggiori deal del settore”. Gli osservatori segnalano un discreto interesse da parte di alcuni fondi di private equity, che starebbero puntando molto sulle aziende che realizzano soluzioni di sicurezza per lucrare il più possibile, considerando che al crescere della digitalizzazione le imprese sono sempre più soggette ad attacchi informatici.
L’ex McAfee non è mai stata completamente inglobata da Intel, che si è limitata a mantenere il controllo offrendo prodotti recanti lo scudo dell’azienda fondata nel 1986 da John McAfee. L’ultima decisione di Intel, se mai si dovesse verificare, potrebbe trovare un razionale in un ritorno dall’investimento inferiore a quanto sperato.
Già nel 2010, all’annuncio dell’acquisizione della società specializzata in sicurezza, numerosi osservatori espressero perplessità, ma il gruppo di Santa Clara giustificò la scelta con la volontà di inserire protezioni contro le minacce direttamente nei chip. Ma il mercato di sei anni fa è nel frattempo profondamente cambiato e, dopo lo stop alla produzione di processori mobili Atom delle famiglie Sofia e Broxton, la strategia del Ceo Brian Krzanich potrebbe a breve arricchirsi di un nuovo tassello.
D’altronde non è un mistero che Intel stia cercando di tagliare i rami più secchi e potenzialmente meno produttivi per ritrovare lo slancio perduto da quando il mercato dei Pc si è arenato. Ad aprile la compagnia statunitense ha annunciato il taglio dell’11 per cento della propria forza lavoro, per ottenere risparmi nel 2017 pari a 1,4 miliardi di dollari. Riduzioni che investiranno circa 12mila dipendenti soprattutto nelle divisioni più vicine ai prodotti per computer, per concentrarsi sulle soluzioni per data center, cloud e Internet delle cose: i settori più promettenti per l’It di domani (e forse già di oggi).
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