Intel pronta a fare 4,5 miliardi di investimenti in Italia
Si tratta con il governo sul progetto del nuovo sito produttivo di back-end. In Germania, invece, è già stato deciso un investimento da 17 miliardi di euro per una fabbrica all’avanguardia.
Pubblicato il 16 marzo 2022 da Valentina Bernocco

La corsa alla produzione di chip di Intel non rallenta nemmeno in un’Europa attraversata da una profonda crisi geopolitica, militare ed economica come quella innescata dal conflitto russo-ucraino. Dopo aver già avviato, nell’ultimo anno, una serie di impegni tesi a incrementare la propria capacità produttiva, l’azienda guidata da Pat Gelsinger ora ha annunciato di voler investire 17 miliardi di euro per costruire un nuovo grande impianto produttivo in Germania, e ulteriori risorse (per un totale di 33 miliardi di euro) per avviare un nuovo “hub di progettazione in Francia e per impegnarsi in progetti di ricerca e sviluppo, manifattura e servizi di fonderia in Italia, Irlanda, Polonia e Spagna.
Si tratta della prima tranche degli 80 miliardi di euro di investimenti annunciati lo scorso settembre, da mettere in campo in Europa nel corso di un decennio. “Intel”, ha fatto sapere l’azienda, “intende portare la sua più avanzata tecnologia in Europa, creando un ecosistema europeo per i semiconduttori di prossima generazione e rispondendo al bisogno di una supply chain più bilanciata e resiliente”. Un bisogno che deriva in parte dalle dinamiche di domanda e offerta scatenate dalla pandemia due anni fa, sfociate nell’ormai famigerato chip crunch. Un bisogno, inoltre, espresso anche dalla Commissione Europea e tradottosi all’inizio di quest’anno nello European Chips Act.
“I nostri pianificati investimenti”, ha dichiarato il Ceo, Pat Gelsinger, “sono un grande passo avanti sia per Intel sia per l’Europa. Lo European Chips Act permetterà ad aziende private e governi di lavorare insieme per far progredire drasticamente la posizione dell’Europa nel settore dei semiconduttori. L’ampia iniziativa alimenterà l’innovazione di ricerca e sviluppo europea e porterà una manifattura all’avanguardia nella regione, a beneficio dei nostri clienti e partner nel mondo”.
Un rendering del futuro campus di Magdeburgo, Germania
La “Silicon Junction” tedesca
Naturalmente, per tutto questo servirà tempo. Per la fabbrica di semiconduttori tedesca sorgerà a Magdeburgo, capitale della Sassonia-Anhalt, l’avvio delle attività produttive è stimato per il 2027, considerando che i lavori di progettazione partiranno subito e che la costruzione inizierà entro il primo semestre dell’anno prossimo. Tecnicamente, manca ancora il semaforo verde della Commissione Europea. A Magdeburgo saranno fabbricati componenti con nodi di processo Intel 7, 4, 3 e 20A, che rientrano in quella che l’azienda ha battezzato come “era Angstrom” delle tecnologie transistor (l’Angstrom, dal nome del fisico padre della spettroscopia, è un’unita di misura corrispondente a un decimo di nanometro). I semiconduttori qui prodotti saranno destinati sia alla stessa Intel sia alle aziende che si appoggiano ai suoi servizi di fonderia, quelli previsti dalla strategia Idm 2.0.
I 17 miliardi di euro della prima fase di investimento consentiranno di creare settemila posti di lavoro temporanei (per la costruzione del nuovo campus) e tremila nuove posizioni a tempo indeterminato in Intel, senza contare le “decine di migliaia” di posti di lavoro nelle aziende fornitrici e partner. Questo nuovo polo tecnologico ha già un nome: Intel lo chiamerà Silicon Junction, a indicare il fatto che fungerà da punto di collegamento per altri centri di innovazione e produzione in Europa. In Irlanda, invece, l’azienda spenderà 12 miliardi di euro per ampliare il campus di Leixlip, raddoppiare i metri quadri destinati alla produzione e portare nelle fabbriche la tecnologia di processo Intel 4.
Pat Gelsinger, amministratore delegato di Intel
I progetti di Intel in Italia
E l’Italia? Nel nostro Paese è previsto un investimento “potenziale” massimo di 4,5 miliardi di euro, ma non ci sono ancora certezze. “Intel e l’Italia”, spiega l’ufficio stampa, “sono entrate in trattative per abilitare una struttura produttiva di back-end allo stato dell’arte”, che potrebbe entrare in produzione tra il 2025 e il 2027. Se l’accordo andrà in porto, potranno essere creati 1.500 posti di lavoro all’interno di Intel e ulteriori 3.500 nelle aziende fornitrici e partner.
Sulla possibile location l’azienda non si sbilancia, ma tra le proposte avanzate dal governo di Mario Draghi ci sono Catania e Torino, e anche le regioni Veneto e Puglia hanno presentato la propria candidatura al ministero dello Sviluppo Economico. Per il nostro Paese si prospettano, inoltre, ulteriori opportunità legate alla recente acquisizione da parte di Intel della società israeliana Tower Semiconductor, che ha un sito produttivo ad Agrate Brianza.
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