Kaspersky ribadisce la propria trasparenza nel cuore d’Italia
Inaugurati a Roma e a Utrecht, nei Paesi Bassi, due nuovi Transparency Center della società di cybersicurezza.
Pubblicato il 30 settembre 2022 da Redazione

La trasparenza è il valore che Kaspersky ha messo al centro della propria comunicazione negli ultimi anni, e quello su cui continua a insistere anche oggi, dopo mesi di una guerra che sicuramente non hanno giovato alle aziende informatiche di nazionalità russa. Tra diffidenze, dubbi ed esplicite indicazioni a diffidare (anche, in Italia, quelle dell'Agenzia nazionale per la Cybersicurezza Nazionale), i vendor provenienti dalla Russia stanno affrontando un periodo critico. La risposta di Kaspersky è stata l’accelerazione sul percorso già intrapreso in anni recenti. L’azienda ha appena inaugurato due nuovi Transparency Center a Roma e a Utrecht, nei Paesi Bassi: due “strutture per la fidelizzazione di partner e clienti”, così vengono chiamate, che si aggiungono alle sette già in funzione (tre delle quali di recente apertura).
In questi due luoghi i partner, le autorità governative e i clienti potranno fugare eventuali dubbi e ottenere una “panoramica delle pratiche di Kaspersky in materia di ingegneria ed elaborazione dei dati”, oltre a poter visionare (su richiesta e naturalmente senza alterarlo) il codice sorgente dei software della società russa. D’altra parte, come suggerito da un’analisi del Ponemon Institute (condotta per Intel), le aziende sono sempre più interessate a conoscere nei dettagli le soluzioni informatiche che utilizzano, e circa il 70% dei responsabili IT vuole avere costante evidenza che le componenti di cybersicurezza stiano operando “in condizioni note e affidabili”.
Il nuovo centro inaugurato nella Capitale è ospitato all’interno dell’ufficio romano di Kaspersky e le sue porte sono aperte per partner, clienti e autorità governative. A Roma, come a Utrecht, non sarà possibile consultare il codice sorgente in autonomia ma si potrà assistere a una dimostrazione dal vivo di revisione del codice stesso. Durante la visita, inoltre, si verrà accolti da un team di esperti Kaspersky, pronti a rispondere a ogni domanda sul funzionamento delle soluzioni e in particolare sul modo in cui i dati vengono elaborati.
“La nostra Global Transparency Initiative è iniziata cinque anni fa”, ha commentato Cesare D’Angelo, General Manager Italia di Kaspersky. “Da allora, abbiamo cercato costantemente meccanismi più efficienti che aiutassero i nostri partner e clienti a migliorare la fiducia e la sicurezza nelle nostre soluzioni e nei nostri servizi. Il lancio dei due nuovi Transparency Center a Roma e a Utrecht adesso, conferma la nostra convinzione che fornire una maggiore trasparenza sul funzionamento della nostra tecnologia come anche sul trattamento dei dati sia fondamentale. Per questo, il nostro impegno a fornire questa ‘trasparenza’ continuerà anche nel futuro”.
Da sinistra, Cesare D'Angelo, general manager Italia, e Fabio Sammartino, head of presales Italia di Kaspersky
Dell’iniziativa fa parte anche la periodica pubblicazione di “Transparency Report” che racchiudono le richieste di chiarimenti sull’uso dei dati ricevute nella prima metà del 2022. Non sempre le richieste possono essere accolte: nel semestre in esame, il 36% delle domande è stato respinto perché non soddisfaceva i requisiti di verifica legale o per l’assenza dei dati richiesti.
Nei primi sei mesi del 2022 Kaspersky ha ricevuto 89 richieste da parte di governi e forze dell’ordine di otto Paesi (Brasile, Cina, Italia, Giappone, Giordania, Russia, Singapore e Corea del Sud), numero in calo rispetto a quello del primo semestre del 2021 (105 richieste). La stragrande maggioranza, l’89%, riguardava dati tecnici non personali, per lo più utili a condurre indagini di sicurezza informatica (per esempio indicatori di compromissione, informazioni sul modus operandi dei cyber criminali, risultati del reverse engineering del malware e altri risultati delle analisi cyber forensi). Le domande provenienti dagli utenti sono state, invece, 3.285 in un semestre e riguardavano dettagli legati ai dati personali (come per esempio il luogo di archiviazione) o la richiesta di cancellazione dei dati stessi.
KASPERSKY
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