Gli sviluppatori di applicazioni iOS vincono una battaglia: potranno utilizzare sistemi di pagamento esterni all’App Store per raccogliere i frutti delle proprie fatiche. Apple ha accettato di introdurre alcuni cambiamenti all’interno del proprio marketplace per metter fine a una class action avviata nel 2019 e sottoscritta da circa 67mila sviluppatori iOS, che accusavano l’azienda di abuso di posizione dominante finalizzato al guadagno. Apple, infatti, all’epoca arrivava a trattenere commissioni del 30% sui guadagni degli sviluppatori presenti sull’App Store. L’anno scorso, in risposta alla class action, l’azienda aveva poi dimezzato tali commissioni, portandole al 15%, con il lancio dello Small Business Program.

 

Ora, però, per chiudere definitivamente la causa Apple ha accettato di introdurre ulteriori modifiche. Se la proposta degli avvocati di Cupertino sarà accettata dalla corte, gli sviluppatori di applicazioni iOS potranno monetizzare il proprio lavoro tramite sistemi di pagamento diversi da quelli dell’App Store, comunicandoli ai loro utenti tramite email o altri canali. 

 

Apple non otterrà alcuna percentuale sui download a pagamento e sugli acquisti in-app fatti al di fuori dell’App Store, mentre per quelli interni al suo marketplace le commissioni saranno del 30% per i “grandi sviluppatori” (che fatturano oltre un milione di dollari l’anno) e del 15% per gli altri. Per costoro, Apple si è impegnata a mantenere inalterato il tetto del 15% per almeno tre anni. Inoltre la società dovrà rimborsare gli sviluppatori e le piccole software house presenti su App Store con cifre variabili tra 250 dollari e 30mila dollari, per un totale di 100 milioni di dollari di risarcimento complessivo. “I termini dell’accordo”, ha dichiarato l’azienda, “contribuiranno a fare dell’App Store un’opportunità di business ancor migliore per gli sviluppatori, preservando il marketplace sicuro e fidato che gli utenti amano”. 

 

La battaglia di Fortnite continua

Sono ancora tesi, invece, i rapporti fra Apple e una delle grandi società software veicolate dall’App Store, cioè Epic Games. L’azienda australiana, autrice di titoli di enorme successo come Fortnite, fin dal 2015 ha contestato la commissione del 30% richiesta ai grandi sviluppatori, arrivando all'azione legale. Per evitare l’esosa commissione, inoltre, l’anno scorso Epic Games aveva introdotto per l’app di Fortnite un proprio sistema di pagamento, esterno all’App Store, e in risposta Apple aveva bloccato tutti gli aggiornamenti e i nuovi download dal marketplace e fatto causa alla software house per violazione degli accordi contrattuali. Il verdetto di quest’ultima causa è atteso nei prossimi mesi del 2021, mentre a novembre del 2022 le due aziende torneranno a fronteggiarsi in tribunale dopo anni di battaglia legale. Gli avvocati di Epic Games hanno definito Apple come “più grande, più potente, più radicata e più dannosa rispetto ai monopolisti del passato”.