L’Aquila drone di Facebook inizierà a volare dalla prossima estate
L’azienda di Zuckerberg ha battezzato il suo primo velivolo senza pilota con il nome del rapace. L’aereo automatico è parte del progetto Internet.org, nato per portare la connettività nelle zone senza accesso al Web: un apparecchio con un’apertura alare pari a quella di un Boeing 747 e il peso di quattro pneumatici, alimentato solo da energia solare.
Pubblicato il 27 marzo 2015 da Alessandro Andriolo

Durante i prossimi mesi caldi provate a lanciare un’occhiata verso il cielo, non si sa mai che riusciate a vedere il primo oggetto volante targato Facebook. Non proprio un aeroplano, ma un enorme drone funzionante a energia solare, nato per portare la connettività nei luoghi del mondo che più soffrono del digital divide. A quanto riporta il Wall Street Journal citando le parole di Jay Parikh, vice president of engineering di Facebook, il primo test vero e proprio verrà effettuato la prossima estate, mentre un modello in scala uno a dieci era già decollato all’inizio di marzo. Il velivolo senza pilota, ribattezzato Aquila, avrà un’apertura alare pari a quella di un normale Boeing 747 e la lunghezza di circa sei o sette Toyota Prius, più o meno 24 metri.
Ma il dato sconvolgente è che peserà soltanto come quattro pneumatici di automobile. È proprio la leggerezza la chiave di volta di Aquila, che fa parte del progetto Internet.org del social network: grazie al peso ridotto, il drone potrà rimanere in volo potenzialmente anche per anni, sfruttando solo i raggi solari come fonte di alimentazione. La tecnologia implementata nelle batterie è recentissima ed è lo stesso Parikh ad affermare che “quella a disposizione solo un anno fa non era sufficiente per quello che volevamo realizzare con l’aereo”.
Facebook quindi continua a porsi come diretta concorrente di Google nell’obiettivo di connettere quei 2,8 miliardi di persone che, ancora oggi, non dispongono di accesso alla rete. Anche se la strategia adottata da Big G è differente: con il suo Project Loon, Mountain View vuole portare Internet nel mondo tramite l’invio di palloni aerostatici a un’altezza doppia rispetto a quella a cui volano gli aerei. Queste “mongolfiere” potranno funzionare come amplificatori dei segnali radio, captandoli da antenne posizionate a terra.
Il drone di Amazon
Ma la società di Mark Zuckerberg non si sta limitando solo a progetti – per ora – quasi fantascientifici, che comunque hanno già fornito di accesso al Web circa sette milioni di persone in sette Paesi. Il social network sta anche stringendo accordi con alcuni operatori per portare il “verbo” di Internet in altre zone del mondo ma, a quanto riferito da Parikh al Wall Street Journal, l’azienda non ha intenzione nel prossimo futuro di mettersi in diretta competizione con i carrier: “Mettersi in proprio costerebbe troppo tempo e denaro e non penso sia un’iniziativa sostenibile sul lungo periodo”, ha commentato l’alto dirigente della casa di Palo Alto.
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