La seconda lingua più parlata al mondo, dopo il cinese, è l'abilità appena conquistata da M, l'assistente virtuale integrato in Messenger. Facebook ha annunciato l'aggiunta dello spagnolo, o castigliano che dir si voglia, in affiancamento all'inglese, nell'elenco (ancora breve) delle lingue supportate dalla tecnologia di intelligenza artificiale lanciata qualche mese fa per rendere più completa l'esperienza d'uso della chat. Se attivato, M può generare dei suggerimenti automatici a beneficio di chi è impegnato a chattare: sulla base della conversazione, può intuire se in un dato momento sia utile un consiglio, un link, un approfondimento su un certo tema.
Se, per esempio, nel discorso viene citato un debito monetario, l'assistente potrebbe far comparire un collegamento alla funzione di trasferimento denaro, mentre se si parla di un luogo potrebbe suggerire le indicazioni stradali migliori per raggiungerlo o il sito Web di riferimento. Un'altra funzione, certo non indispensabile ma sfiziosa, è quella che fa comparire degli sticker adeguati al tono del discorso. M, in ogni caso, non è ancora disponibile in tutte le geografie e (come spesso accade con il lancio di nuovi strumenti sui social network o nelle app) l'Italia deve mettersi in coda e aspettare.
A proposito di intelligenza artificiale e di poliglottismo, va citato il crescente impegno di Google nel voler offrire un servizio di traduzione automatica sempre più affidabile e ripulito dalle tante storpiature grammaticali e sintattiche degli inizi. Da fine 2016 Google Translate ha introdotto sia nel Web sia nell'app mobile un nuovo sistema basato sulle reti neurali (Neural Machine Translation), che migliora notevolmente l'accuratezza dell'interpretazione sulle frasi lunghe. Attualmente alla lista degli idiomi supportati – inglese, francese, spagnolo, tedesco, portoghese, cinese, giapponese, coreano, turco, hindi, russo e vietnamita – manca ancora l'italiano.