L’innovazione sostenibile è al centro dei pensieri di Sap. Se ne parla da qualche tempo, ma oggi i drammatici eventi di attualità hanno rimarcato il bisogno di ripensare modelli di business, catene del valore e logistica per una riduzione dell’impatto ambientale. “Zero e Lode” è il titolo scelto per l’edizione 2022 del tradizionale incontro (che era stato sospeso per due anni a causa del covid), organizzato da Sap a Cernobbio per i partner, i clienti e l’ecosistema che fa riferimento al mondo delle imprese.  Un titolo che “indica una visione orientata al trinomio zero sprechi, zero emissioni e zero diseguaglianze e significa proseguire il percorso da economia lineare ed economia circolare, un percorso in cui a quanto pare c’è ancora molta strada da fare”, ha detto Carla Masperi, Coo e acting country manager di Sap Italia e Grecia, recentemente scelta per guidare ad interim la filiale italiana della multinazionale.

Masperi, dal palco di Cernobbio, ha citato due dati. Il primo arriva dall’ultimo World Economic Forum e dice che solo il 10% dei manager ammette di aver già adottato soluzioni software in grado di misurare i valori della cosiddetta green line. Il secondo indica nel 79% il numero di decisori e imprenditori che non è soddisfatto del modo in cui si arriva alla green line. Pare, quindi, che uno dei temi portanti delle strategie aziendali, rilanciato prima dalla pandemia e poi dalla guerra in Ucraina, sia ancora quello di come arrivare a conciliare profittabilità, crescita e sostenibilità. “C’è un altro tema, parallelo ma non meno importante”, ha proseguito Masperi, “che è quello di trovare le giuste relazioni tra questi tre fattori e il digitale. Che poi in pratica vuol dire anche capire come misurare la green line e come coniugare la transizione ecologica con quella digitale: questa è la sfida che aspetta i governi, le aziende e le singole persone”.

 

 

Carla Masperi, Coo e acting country manager di Sap Italia e Grecia

 

“Il binomio digitale-sostenibilità non è scontato”, le ha fatto eco durante il summit Maria Letizia Giorgetti, professore associato di Economia Applicata del Dipartimento di Economia, Management e Metodi quantitativi dell’Università degli Studi di Milano, “per almeno due motivi. Il primo è che le transizioni non sono automatiche ma vanno accompagnate da una politica industriale e da una cultura che in Italia, terra soprattutto di Pmi, non sono scontate. Il secondo è che il nostro Paese è forte in alcuni settori, citiamo ad esempio il petrolifero, dove la sostenibilità non ha un percorso facile”.
 

Declinata in un’offerta concreta, Sap Cloud for Sustainable Enterprise, e in una strategia di prodotto, la ricerca della sostenibilità attraverso il digitale si traduce nella realizzazione di una vera intelligent enterprise, dotata tra le altre cose di strumenti di analisi predittiva e di intelligenza artificiale che consentano in primo luogo di misurare la sostenibilità, per poter farla crescere insieme ai ricavi e alla profittabilità.

“In Sap valorizziamo molto il gioco di squadra”, ha assicurato Masperi, “e per questo diamo molto peso alle reti di business. Le nostre aziende devono essere sostenibili, e per questo avere una visione di medio-lungo periodo, ma devono esserlo anche i partner e i fornitori. Il nostro ruolo, oltre che offirire gli strumenti, è anche quello di accompagnare il top management in questo percorso, monitorando contemporaneamente le tre linee: top, botton e green. Ci sono già anche in Italia delle best practice interessanti, come Feralpi e Arpa Industriale, che sono riuscite a ottimizzare gli scarti arrivando, nel secondo caso, a riduzioni dell’ordine dell’80%”.