Il metaverso è sicuramente al centro dei pensieri di Mark Zuckerberg, ma la maggioranza dei chief executive officer e degli alti dirigenti aziendali la pensa diversamente. La tecnologia più importante, quella a maggior impatto, per i Ceo continua a essere l’intelligenza artificiale, stando all’ultima “Senior Business Executive Survey” di Gartner, indagine condotta su oltre 400 amministratori delegati e altre figure dirigenziali di aziende diversificate per dimensioni, geografia (Nord America, Emea, Asia Pacifico) e settore di appartenenza.

 

Come già accaduto nelle edizioni 2020 e 2021 della survey, l’intelligenza artificiale è emersa dal sondaggio come tecnologia innovativa a maggiore impatto. Al secondo posto c’è la digitalizzazione. Non stupisce, comunque, che l’AI sia tanto al centro dei pensieri delle aziende, considerando l’ampiezza del ventaglio di applicazioni possibili. Bisogna però anche sottolineare, come ha fatto un recente studio di Ibm, che intorno all’intelligenza artificiale permangono timori e perplessità, riguardanti soprattutto la privacy e la sicurezza dei dati.

Partenza lenta per il metaverso
Al contrario dell’intelligenza artificiale, il metaverso non ha ancora fatto breccia nei cuori dei Ceo. Il 63% dei dirigenti aziendali non pensa di prendere in considerazione questa tecnologia (che è in realtà un insieme di tecnologie, a dire il vero), in quanto non applicabile al proprio contesto (per il 12%) degli intervistati o che molto difficilmente contribuirà agli sviluppi futuri dell’azienda (per il 51%). 

 

Bisogna comunque sottolineare che un non indifferente 37% ritiene, invece, il metaverso una tecnologia chiave per lo sviluppo futuro del business. Una quota piccola o significativa? Dipende, forse, da come consideriamo il concetto di metaverso, se come una nuova frontiera oppure no. Le tecnologie fondanti non sono certo una novità: di realtà aumentata e virtuale si parla da parecchi anni, anche se solo ultimamente si è vista da parte dei vendor (come Meta, Facebook, Microsoft, Nvidia e altri) un’accelerazione dell’evoluzione tecnica e degli investimenti in quest’area.
 

 

La sostenibilità guadagna rilevanza
Altro aspetto interessante, nella survey di quest’anno, è l’emergere della sostenibilità ambientale nella classifica delle prime dieci priorità di business dei dirigenti aziendali: non era mai successo prima, in nessuna precedente indagine di Gartner. La sostenibilità è ora all’ottavo posto, mentre in una simile survey del 2019 era al 14esimo e ancora prima, nel 2015, era al ventesimo posto.

 

Tra gli intervistati, il 74% ha detto che il potenziamento delle attività Esg (Environmental, Social, Governance) aiuta la propria azienda ad attrarre investimenti. Dalla survey è emerso anche che otto aziende su dieci tra 2022 e il 2023 lanceranno nuovi prodotti o modificheranno quelli esistenti, principalmente per migliorare la qualità (come prima motivazione), per potenziare le performance funzionali (seconda) e per ridurre l’impronta ambientale (terza). La sostenibilità, inoltre, viene considerata un elemento di differenziazione competitiva tanto importante quanto lo è, per un’azienda, godere della fiducia dei clienti.

 

Nuove esigenze e turbamenti per le aziende
Oltre alle preoccupazioni ambientali, oggi hanno guadagnato importanza per i Ceo le questioni relative ai dipendenti e in particolare la capacità di trattenere i talenti in azienda. E ciò non stupisce, visto il consolidarsi del modello del lavoro flessibile e visto il fenomeno del great resign.

“Il 2022 è l’anno in cui il punto di vista dei Ceo è davvero cambiato”, ha commentato Mark Raskino, distinguished research vice president di Gartner. “La pandemia ha gradualmente portato a galla alcune tendenze sociali profonde, come il desiderio di cambiare il modo in cui si lavora e la fragilità delle supply chain globalizzate su lunghe distanze. Più recentemente, l’invasione russa dell’Ucraina sta amplificando fattori macroeconomici con cui i Ceo devono avere a che fare, come l’inflazione”. Gartner sottolinea, tuttavia, che le ambizioni di trasformazione digitale delle aziende non sono state scalfite né dagli strascichi della pandemia, né dai problemi di supply chain, né dalle incertezze dello scenario economico e geopolitico.