Buone notizie per gli utenti di telefonia e Internet dell’Ue: l’Europarlamento ha deciso, con due terzi dei voti, che dal mese di aprile prossimo il roaming smetterà di essere un salasso, per poi rinunciare a ogni sovrapprezzo dal giugno del 2017. La votazione di ieri ha sostanzialmente confermato l’intesa raggiunta qualche mese fa e stabilisce il divieto, dal 15 giugno 2017, di applicare sovrapprezzi per le chiamate, gli Sms e il traffico dati su telefoni cellulari collegati in roaming alle reti di operatori esteri. Nell’ottica di un’Europa davvero senza confini varranno, al contrario, le tariffe domestiche.

Il passaggio intermedio scatterà nell’aprile dell’anno prossimo, con un primo forte taglio delle tariffe roaming: si pagherà al massimo 0,05 euro al minuto per le chiamate (invece di 0,19 euro), 0,02 euro per ogni sms inviato (invece di 0,06) e 0,05 euro per ogni megabyte di dati scaricato (invece di 0,2 euro), Iva esclusa. “L’abolizione delle maggiorazioni per il roaming è stata a lungo attesa da tutti: la gente comune, le start-up, le pmi e tutti i tipi di organizzazioni”, ha commentato la relatrice Pilar del Castillo (Ppe, Es), mentre il vicepresidente della Commissione Ue Andrus Ansip ha sottolineato che “è stata ascoltata la voce degli europei”.

Il fronte dei detrattori, fra cui gli italiani del Movimento 5 Stelle e dei Verdi, hanno però parlato di un “accordo farlocco” e di una “fregatura” per i consumatori, nella convinzione che i carrier tenteranno di recuperare i mancati introiti del roaming in altri modi e scaricando l’onere di maggiori tariffe o tasse su tutti i consumatori. Le polemiche di chi ha votato contro riguardano però soprattutto l’altro tema all’ordine del giorno, quello della net neutrality. Ovvero il principio di libero accesso e pari trattamento del servizio per gli utenti degli Internet Service Provider, principio che nel mondo business si traduce nel garantire – per esempio – la stessa qualità e velocità di connessione a tutti i clienti, siano essi una grande multinazionale o una piccolissima azienda.

Ebbene, il Parlamento Europeo ha optato per l’accezione “debole” del concetto di neutralità del Web, ammettendo la possibilità di un diverso e migliore trattamento in casi particolari. Per esempio, per tutelare o privilegiare servizi specializzati come quelli per le automobili connesse, e in ogni caso a patto di non pregiudicare la qualità del servizio Internet offerto a tutti gli altri. “Con il voto odierno, per la prima volta l’Europa ha norme a tutela della neutralità della Rete”, ha sintetizzato il commissario Ue all’Economia e società digitali, Gunther Oettinger.

 

 

I critici, in questo caso, puntano il dito contro l’ambiguità della norma, i cui margini di interpretazione permetterebbero di fatto la creazione di una “Internet a due velocità” che è la negazione stessa del principio di net neutrality. “Siamo delusi del fatto che il Parlamento Europei non abbia legiferato su una materia tanto critica”, ha commentato Estelle Massé, policy analyst di Access Now, ente che si definisce come “organizzazione umanitaria” per la difesa dei diritti del cittadino attraverso la Rete.  “Non supportando gli emendamenti proposti con lo scopo di dare maggior chiarezza al testo di legge”, ha proseguito Massé, “il Parlamento ha delegato ai giugidici e ai regolatori nazionali il compito di determinare il suo significato”.

A detta di Oettinger, al contrario, il regolamento è sufficientemente chiaro nei suoi punti essenziali. Saranno, infatti, vietati sia il blocking sia il throttling, ovvero rispettivamente la possibilità di negare all’utente l’accesso a un servizio e il rallentamento intenzionale della connessione a Internet o a un servizio. Le eccezioni sono ammesse per motivazioni tecniche, per esempio in caso di “ingorghi” di traffico da gestire.