18/02/2015 di Redazione

La Big Data Suite di Pivotal diventa open, ma solo in parte

L’azienda, nata da un accordo fra General Electric, Emc e VMware, ha rilasciato in formato libero il codice di tre componenti chiave del suo pacchetto per l’analisi di informazioni massive: GemFire, Hawq e Greenplum Db. La mossa è conseguente al successo

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Pivotal si affida all’open source. O meglio, consegna al “mondo libero” tre componenti della sua Big Data Suite, mentre continuerà a offrire funzioni avanzate e supporto tecnico come servizi a pagamento. Le tre parti che verranno d’ora in poi rilasciate in formato aperto sono GemFire, database in-memory NoSql, Hawq, motore di query Sql parallele di livello enterprise per Hadoop e Greenplum Db, database analitico con un’architettura di elaborazione a parallelismo massivo.

Nata come joint venture tra General Electric, Emc e VMware, Pivotal dice di aver deciso di muoversi in questa direzione in seguito al successo del suo progetto Cloud Foundry, nato come servizio Platform-as-a-Service open source a cui stanno contribuendo le maggiori realtà mondiali impegnate nel cloud. Una sorta di piattaforma per la comunità di utenti, partner e anche competitor aziendali, che permette di collaborare e condividere informazioni sulle nuove tecnologie.

“Cloud Foundry ha riscosso un grande successo e siamo stati anche in grado di trarne profitto”, ha commentato Sundeep Madra, Vp e Gm del gruppo Data product di Pivotal. Ma la comunità che ruota attorno al progetto stava spingendo affinché l’azienda fornisse soluzioni più flessibili in alcune aree, che possono essere garantite in particolar modo dal codice libero. Soprattutto per gli aggiornamenti che, grazie all’open source, possono procedere slegati dai tempi del produttore ed essere quindi più frequenti, grazie al lavoro in team anche con realtà di terze parti.

 

 

Ma l’eccessiva libertà non potrebbe portare alla realizzazione di prodotti che, in futuro, entreranno in competizione con Pivotal? Secondo Madra, no: “Vogliamo vedere un ecosistema costruito attorno a queste soluzioni. Non apriamo il codice agli utenti per poi andarcene, l’intento è assistere alla crescita di una comunità propositiva”.

La compagnia nata da Ge, Emc e VMware, che opera tuttora come realtà completamente indipendente, non si è fermata qui. È notizia di ieri il suo coinvolgimento nella Open Data Platform, un’alleanza di 14 aziende nata per sviluppare una singola versione di livello enterprise di Hadoop. Il consorzio inizialmente eseguirà dei test e certificherà un certo numero di componenti Apache, che rappresenteranno poi la base della piattaforma comune.

 

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