19/09/2016 di Redazione

La fenice Storagecraft rinasce grazie a 187 milioni di dollari

Il fondo Ta Associates ha investito nell’azienda specializzata in software di backup e ripristino, la quale è ripartita con nuovi uffici e progetti anche in Italia. Una realtà che conta già una trentina di rivenditori e punta a crescere in un mercato, que

immagine.jpg

Risorgere dalle proprie ceneri, ma cambiando completamente faccia. Senza però snaturare il proprio Dna. È quanto fatto da Storagecraft Technology la quale, grazie a un massiccio investimento di 187 milioni di dollari da parte del fondo di private equity Ta Associates, ha potuto effettuare il reset e presentarsi ufficialmente in queste ore anche in Italia. Nuovo management, nuovi obiettivi e un’offerta ampliata, ma il focus è lo stesso del 2003, anno di nascita: offrire software di backup e ripristino soprattutto ai professionisti e alle piccole e medie imprese del nostro Paese. Con la speranza, grazie anche all’aiuto della casa madre, di sfondare più avanti nel mercato enterprise. “Storagecraft è ripartita da zero e negli ultimi sei mesi abbiamo lavorato per sviluppare il team europeo, aprendo nuovi uffici anche in Italia”, spiega Andy Zollo, vice president of Sales per l’area Emea dell’azienda. Un gruppo che nel nostro Paese è guidato dal channel sales manager Matteo Nemeth e dal sales engineer Francesco Aeri, affiancati da altri due italiani operativi però da Cork, in Irlanda, dove si trova il quartier generale europeo di Storagecraft.

Un team, quello per il mercato Emea, portato da 23 a quasi 70 unità nel corso degli ultimi mesi e caratterizzato in buona parte da un background comune: l’esperienza in Sonicwall, condivisa per esempio da Zollo, Aerei e dall’attuale Ceo e presidente di Storagecraft, Matt Medeiros. Lo stesso Medeiros era il numero uno di Sonicwall quando questa venne acquisita da Dell nel 2012 (per poi essere ceduta qualche mese fa).

Il mercato italiano, secondo Nemeth, è ghiotto ed è pronto per essere aggredito. “Su un totale di 1,5 miliardi di euro generati dal cloud nel nostro Paese, circa il 5 per cento è rappresentato dalle soluzioni di business continuity e disaster recovery: vale a dire 75 milioni di euro”, commenta il manager. Una fetta della torta raggiungibile, secondo i piani di Storagecraft, esclusivamente tramite il canale.

La società può contare oggi su tre distributori, Allnet Italia, Attiva e Ready Informatica, che assommano una trentina di rivenditori e su R-Lay come fornitore di servizi gestiti (Msp). Ma, entro la fine del 2017, l’obiettivo è raggiungere un centinaio di partner grazie anche a un nuovo programma di canale i cui contorni sono ancora in fase di definizione e che verrà annunciato ufficialmente a ottobre.

 

Matteo Nemeth, channel sales manager per l'Italia di Storagecraft

 

Ma in cosa consiste l’offerta di Storagecraft? “Vogliamo far capire ai clienti l’importanza non solo del backup, ma soprattutto di un ripristino dei dati efficace e veloce: aspetto troppo spesso sottovalutato”, aggiunge Nemeth, che ricorda come fino al 40 per cento dei processi di recovery oggi non vada a buon fine. Ecco quindi che al centro del portafoglio aziendale si trova una suite composta da più prodotti integrati fra loro, nati per dare alle imprese una maggior sicurezza in questo campo.

Il componente specifico per il backup si chiama Shadow Protect ed è affiancato da soluzioni di gestione delle immagini, da tecnologie di replica dei dati interna o esterna e da una console centralizzata per la reportistica in tempo reale e per l’analisi complessiva dei processi. Shadow Protect effettua il backup sia su macchine fisiche che virtuali, su sistemi operativi Windows e Linux, con una copia delle informazioni continua e incrementale con un minimo di 15 minuti.

Le stesse immagini vengono gestite con un nuovo sistema proprietario, che permette di consolidare i dati in file unici giornalieri, settimanali e mensili e rendere così più veloci del 70 per cento i tempi di ripristino. La replica delle informazioni può invece avvenire in quattro modi diversi. La strategia offsite prevede le tecnologie Intelligentftp o Shadowstream.

Nel primo caso si abilita una connessione punto-punto per scaricare i dati sul sito di disaster recovery di destinazione, mentre se la rete non è stabile si sfrutta il protocollo Shadowstream per “spezzettare” i file più grossi in dimensioni accettabili, aprire più porte (la tecnologia opera a livello di protocolli Tcp/Udp) e trasferire infine le varie parti in modo più agevole.

 

Il nuovo logo dell'azienda

 

Non possono ovviamente mancare i servizi cloud, sia proprietari sia di terze parti. Ecco quindi che Storagecraft offre la possibilità di replicare i dati sulla propria nuvola, grazie a due data center Tier III a Dublino e Francoforte, oppure sulle più popolari piattaforme di cloud pubblico: Amazon Web Services, Microsoft Azure e Rackspace. “Il connettore S3 per lo storage a oggetti su Aws è stato fortemente voluto dal team europeo e da quello italiano”, sottolinea il sales engineer Francesco Aeri.

“Offriamo tre livelli di servizi cloud”, aggiunge il manager, “quello classico è il Bare Metal Recovery drive, che contiene istantanee di backup eseguite da un punto di ripristino virtualizzato; il piano Plus dà invece accesso a file e cartelle da qualunque luogo in cui sia disponibile una connessione a Internet; il Premium consente infine una replica istantanea e completa in cloud delle macchine virtuali interessate dall’interruzione dei servizi”.

Ed è proprio questa capacità di offrire soluzioni multipiattaforma e da e per ambienti diversi (fisico-fisico indipendente dall’hardware in 20 minuti; fisico-virtuale e viceversa; virtuale-virtuale) a posizionare oggi Storagecraft in una possibile posizione di vantaggio verso gli altri player del mercato, che andrà però capitalizzata al meglio. “Siamo in competizione sia con i vendor che propongono soluzioni per il ‘virtuale’ sia con quelli del ‘mondo fisico’, concorrenti diretti non ce ne sono”, conclude Nemeth.

 

Una panoramica generale dei possibili punti di backup e di replica dell'offerta di Storagecraft

 

Una libertà di campo che dà la possibilità di innovare in varie direzioni, per coprire anche i lati dell’offerta finora inesplorati. Dopo l’ultimo aggiornamento rilasciato ad agosto, che permette di effettuare il backup cloud to cloud per le applicazioni più diffuse (come Office 365 e Salesforce), entro la seconda metà del 2017 l’azienda dovrebbe pubblicare anche una nuova funzionalità per la copia sicura dei dati da Android e iOs (oggi è possibile il backup da desktop e laptop) e, per il segmento enterprise, puntare su un’appliance hardware.

 

ARTICOLI CORRELATI