14/07/2016 di Redazione

La fibra ottica nata nello spazio lascia le impurità sulla Terra

Made in Space, azienda californiana, realizzerà sulla Stazione Spaziale Internazionale almeno cento metri di filamenti per la trasmissione di informazioni. Il vetro prodotto in orbita non presenta infatti microcristalli, che interferiscono sulla qualità d

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Gli astronauti della Stazione Spaziale Internazionale (Iss) potrebbero ricevere a breve nuove visite. No, niente Alien o mostri provenienti da altre galassie lontane, ma fibre ottiche. L’idea è venuta all’azienda Made in Space, acquartierata a Mountain View, California: una società che già in passato aveva fatto parlare di sé per aver spedito in orbita una stampante 3D in collaborazione con la Nasa. Il nuovo obiettivo di Made in Space origina da una serie di considerazioni scientifiche. La fibra ottica viene utilizzata per garantire velocità di trasmissione dati decine di volte superiori rispetto a quanto può raggiungere il doppino in rame. Ogni singolo cavo è composto da sottilissimi fili di fibra ottica in vetro che trasmettono l’impulso luminoso contenente le informazioni.

Ma gli attuali sistemi di produzione presentano una “falla” virtualmente irrisolvibile: la gravità terrestre, componente non eliminabile sul nostro pianeta, interviene in modo invisibile sul vetro che riveste gli impulsi luminosi e conduce alla formazione di impurità e di microcristalli. Anomalie ovviamente non percettibili all’occhio umano, ma che si ripercuotono poi sulla qualità della fibra stessa e sulla dispersione del segnale.

Secondo Made in Space, un processo costruttivo in orbita porterà a miglioramenti sia nei tempi di risposta sia dal punto di vista del throughput. L’azienda ha siglato un accordo con Thorlabs, società del New Jersey che si occupa di tecnologie laser. Insieme, le due realtà eseguiranno una serie di test in laboratorio sulla fibra sviluppata a bordo dell’Iss, sia nello spazio sia sulla Terra.

 

Credits: Made in Space

 

Il progetto di Made in Space, scelto insieme ad altre 11 iniziative dal consorzio Advancement of Science in Space (Casis) della Nasa per la sperimentazione scientifica in orbita, sfrutterà un impianto produttivo ad hoc senza gravità per realizzare almeno cento metri di fibra ottica. I primi campioni di “fili” e di vetro senza impurità arriveranno sulla Terra nel 2017. Solo allora si potranno svolgere test rigorosi, confrontando la nuova tecnologia con quella utilizzata fino a oggi.

 

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