31/05/2021 di Redazione

La nuova ondata della trasformazione digitale è democratica: la visione di HPE

Nel corso di HPE Discover 2021, “in onda” dal 23 al 25 giugno, si parlerà tra l’altro di software di frontiera, storage, infrastrutture edge-to-cloud e HPC. Con spunti e contenuti rivolti a tutti i profili professionali e tutte le dimensioni aziendali. Ic

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Il processo di trasformazione digitale di imprese e organizzazioni procede a ritmo spedito, anzi, ha subito un’accelerazione a causa della pandemia. Protagonisti di questa nuova “ondata” sono i dati, ormai riconosciuti come il vero motore di qualsiasi business, e le nuove infrastrutture ICT, dall’edge al cloud.

Se ne parlerà, a lungo e a fondo, nel corso della tre giorni digitale HPE Discover 2021, organizzata da HPE dal 23 al 25 giugno, una tappa obbligata per tutti coloro che operano nel settore IT ma anche per top manager e imprenditori che siano alla ricerca di soluzioni tecnologiche per incrementare competitività, resilienza e scalabilità delle proprie organizzazioni. Vediamo, insieme a Mauro Colombo, Technology and Innovation Director di HPE, qualche anticipazione dei temi che verranno trattati durante i tre giorni.

Mauro Colombo, Technology and Innovation Director di HPE

 

Quali sono le novità tecnologiche che saranno messe in luce durante HPE Discover?

HPE ha sempre portato innovazione sul mercato. Lo fa investendo su lungo termine, con gli HPE Labs, laboratori di ricerca che hanno una prospettiva di 5 anni, e lo fa con i suoi ingegneri, che innovano puntando al breve termine e al lancio di nuovi prodotti ogni anno. Nei tre giorni del Discover, i partecipanti potranno vedere tutto il portafoglio di soluzioni HPE, tra queste vi saranno anche le novità relative all’offerta Ezmeral e alle soluzioni storage. In entrambi i casi, si tratta di annunci che spostano l’asticella verso l’alto dei rispettivi segmenti di mercato, e che puntano a incrementare la flessibilità delle infrastrutture software e hardware.

Ezmeral, in particolare, è una suite di sei diverse soluzioni software lanciata un anno fa e indirizzata a tutte le soluzioni di frontiera per chi sviluppa applicazioni. Comprende, tra gli altri, potenti tool per la containerizzazione, per la gestione dei Big Data (HPE Ezmerald Data Fabric, frutto delle recenti acquisizioni di MapR e BluData) e per l’implementazione di soluzioni di Machine Learning. Sono tutti moduli il cui obiettivo è indirizzare le nuove esigenze emergenti delle PMI e delle medie imprese, in modo alternativo rispetto all’attuale offerta dei provider di public cloud.

 

Non è un po’ presto per parlare con le PMI di questi temi di frontiera?

Noi vediamo grandi progressi anche da parte delle imprese di dimensioni minori. Certo, non tutti i segmenti crescono allo stesso modo: in alcuni, come il machine learning, siamo ancora nella fase dei POC, mentre in altri come la containerizzazione c’è già un certo livello di maturità e si nota già un cambio di passo rispetto alla fase esplorativa.

 

Che novità invece avete presentato nel mondo dello storage?

Le novità arrivano da due diverse direttrici: software e hardware. Per il software, l’annuncio più importante riguarda un prodotto che si chiama Data Services Cloud Console, una console destinata alle PMI che aiuta a semplificare le attività di gestione dello storage, e in particolare il provisioning e la capacity. È come sedersi in una cabina di pilotaggio di un aereo, che però contiene pochi semplici comandi: si possono attivare o disattivare componenti dello storage, settare le funzioni di sicurezza, monitorare i servizi attivati (che poi verranno fatturati, visto che parliamo di servizi pay-per-use).

La seconda grande novità è una nuova famiglia di prodotti storage. Si chiama HPE Alletra ed è caratterizzata da prestazioni elevate nonché dall’utilizzo della tecnologia NVMe, che è ormai diffusa in molti prodotti storage di fascia alta ma che, con HPE Alletra, siamo in grado di sfruttare tutto il suo reale potenziale: la tecnologia è la stessa, ma la sua implementazione può cambiare di molto le performance (un po’ come una scuderia di Formula 1 può primeggiare grazie ad auto e pilota nonostante le gomme siano fornite da un unico produttore).

HPE Alletra 9000

 

Il filo rosso di HPE Discovery è la centralità del dato in tutto il mondo infrastrutturale che va da edge a cloud, quale sarà il messaggio che arriverà dal palco dell’evento?

Sarà che il dato è allo stesso tempo sempre più centrale e sempre più “fluido”, può stare su un primary storage ma anche in un public cloud. Inoltre, prima era generato solo dagli esseri umani, mentre ora sta arrivando lo tzunami generato dai sensori. Pensiamo ad esempio alle videocamere, utilizzate per gli scopi più diversi: molto spesso l’elaborazione dei dati video deve avvenire in locale, le informazioni devono essere estratte e valorizzate lì dove sono generate, ecco l’importanza dell’edge.

Un altro messaggio che arriverà forte dal palco del Discover è che tutte le soluzioni per la gestione e l’elaborazione dei dati sono oggi utilizzabili anche con modelli a consumo, una modalità ancora una volta particolarmente efficace per le PMI e le medie imprese, che così possono accelerare il loro percorso di trasformazione digitale.

 

Si parlerà anche di “democratizzazione” dell’HPC. Che cosa si intende esattamente?

Le esigenze che portano all’impiego di infrastrutture High Performance Computing sono sempre più diffuse e frequenti, anche in aziende di dimensioni contenute. Pensiamo ai calcoli di fluidodinamica nelle imprese di ingegneria e manifatturiere, oppure ai carichi di lavoro per i progetti di Machine Learning o Big Data Analytics. Per HPE il messaggio è: stiamo portando il nostro contributo per democratizzare il mondo dell’HPC non solo facendo innovazione tramite le nostre strutture di engineering, le acquisizioni (SGI e Cray) e i tanti brevetti in ambito software, ma anche e soprattutto offrendo infrastrutture tecnologiche leader di mercato in modalità a consumo. In questo modo, le aziende pagheranno solo quello che utilizzeranno, abbassando notevolmente i costi legati all’over provisioning.

Il nome commerciale di questo modello di fruizione, in alternativa all’acquisto (che a sua volta può essere Capex o finanziato), e dei servizi ad esso correlati, è HPE Greenlake. Il cliente, insomma, paga per quello che usa, che sia all’interno del proprio data center o in colocation presso una sede esterna. È un’offerta meno strutturata rispetto a quella che le aziende possono trovare nell’ambito del cloud pubblico, ma noi siamo in grado di tagliare su misura i servizi, che possono adattarsi a una grande multinazionale come a una PMI d’eccellenza. In questo modo il cloud offerto da HPE è il tuo cloud, disegnato su misura in base alle esigenze della tua azienda.

Nel corso del Discover rilasceremo nuovi workload, che andranno ad ampliare il nostro portfolio, dal container-as-a-service al disaster-recovery-as-a-service. Ma per saperne di più, bisogna aspettare il 23 giugno.

 

Per maggiori informazioni su contenuti e agenda di HPE Discover e per iscriversi all’evento, cliccate qui

 

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