Acquistare startup, più o meno grandi, è attività abituale per Apple. Le tecnologie innovative, ma ancor più il talento di chi le ha sviluppate interessano il colosso di Cupertino, sempre pronto a portare nel proprio ovile giovani sviluppatori e ingegneri informatici. Il caso più recente, quello di Init.ai, è peculiare: l'azienda newyorkese specializzata in intelligenza artificiale ha iniziato le attività solo l'anno scorso e conta una manciata di persone fra soci fondatori e dipendenti. Ora queste persone si preparano a lavorare per Apple e più precisamente per il team dedicato a Siri, secondo quanto scoperto da TechCrunch dopo aver letto sul suo sito Web che la startup era pronta a “unirsi a un progetto che tocca le vite di innumerevoli persone nel mondo”.
La tecnologia di Init.ai può essere descritta come una piattaforma che permette di creare “applicazioni conversazionali” e di integrare comandi vocali all'interno di siti Web (nelle chatbot) e applicazioni mobili. Proposte di tal genere oggi abbondano fra le startup, ma in questo caso spiccano alcune caratteristiche aggiuntive: viene utilizzata una tecnologia “comportamentale” di programmazione neuro-linguistica, che permette ai software di migliorare progressivamente la comprensione del linguaggio naturale; le conversazioni fra l'utente e l'assistente vocale delle app possono essere monitorate e passate al vaglio degli analytics.
Questa aggiunta al portafoglio tecnologico di Apple potrà certo far gioco a Siri, l'apripista fra gli assistenti virtuali, il cui sesto compleanno si è celebrato proprio ieri: debuttò, infatti, il 4 ottobre del 2011. Oggi però il “maggiordomo” di iOS è circondato da una concorrenza valida, che risponde ai nomi di Google Assistant, Cortana (di Microsoft), Alexa (di Amazon), Bixby (di Samsung). Software di intelligenza artificiale che, partendo dai sistemi operativi per smartphone e tablet, oggi si allargano sempre di più alla domotica, su smart speaker e smart Tv.