La pandemia di covid-19 non fa paura all’industria 4.0
Uno studio di Deloitte mostra che il 63% delle imprese italiane non ha ridotto gli investimenti di industria 4.0 come conseguenza della pandemia.
Pubblicato il 16 aprile 2021 da Redazione

Il covid-19 ha rappresentato un ostacolo per l industria italiana, pesantemente colpitae dalle interruzioni di attività del primo lockdown. Ma la pandemia, se non altro, non ha frenato gli investimenti tecnologici della maggior parte delle imprese del settore manifatturiero italiano, impegnate nella trasformazione “smart” o in quella che altrimenti chiamiamo Industria 4.0. Così svela un nuovo studio di Deloitte (“L’importanza di un approccio ecosistemico alle iniziative di Industry 4.0”) condotto tramite sondaggio online su oltre 850 dirigenti di aziende manifatturiere in undici Paesi, cioè Italia, Canada, Cina, Francia, Germania, Giappone, India, Messico, Regno Unito, Spagna e Stati Uniti, e tramite intervieste qualitative con una trentina di executive del comparto.
Tra le aziende manifatturiere italiane, il 63% non soltanto non ha interrotto a causa della pandemia i flussi di capitali a supporto dei progetti di smart manufacturing, ma li sta accelerando dedicando loro, in media, più di un terzo del factory budget. Rispetto alle aziende di altre nazioni, quelle tricolori si distinguono in particolare per un maggior grado di maturazione in tre ambiti: nella gestione automatizzata di magazzini e centri di distribuzione (la impiega il 57% delle imprese italiane coinvolte nel sondaggio), nell’uso di sensori in grado di rilevare la qualità di un prodotto o processo (53%) e nei prodotti smart e interconnessi grazie a tecnologie IoT (40%).
“Alla luce di questi numeri”, commenta Andrea Muggetti, Industrial Products & Construction Sector Leader di Deloitte, “il Next Generation Plan europeo rappresenta uno stimolo per le riforme, ma anche la possibilità di accelerare la trasformazione digitale delle aziende manifatturiere italiane, alle prese con una sfida chiave per recuperare competitività e abilitare il paradigma della fabbrica digitale. Nella definizione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza sarà centrale adottare un processo di modernizzazione strutturale attraverso una strategia organica, che porti investimenti nelle tecnologie emergenti e sostegno allo sviluppo tecnologico”.
Come avere successo nell’industria 4.0
A parere di Deloitte, per proseguire su questa strada raggiungendo un maggior grado di maturità, servirà un “approccio olistico all’Industria 4.0”, che non tenga conto soltanto della tecnologia ma anche del modello di business e delle trasformazioni organizzative sottostanti. Solo così, infatti, si possono affrontare con successo progetti di notevole complessità. Altro elemento di vantaggio è il fatto di trovarsi all’interno di un “ecosistema” di smart manufacturing: così vogliono fare nove aziende italiane su dieci, tra quelle intervistate.
“Data la composizione del tessuto produttivo italiano, caratterizzato da una quota notevole di micro e piccole imprese, il ruolo degli ecosistemi è quanto mai centrale”, fa notare Muggetti, “in quanto aiutano a ottimizzare i processi innovativi, facendo leva sia sulla ricerca condotta internamente all’azienda sia sui processi di trasferimento tecnologico con soggetti terzi, non necessariamente facenti parti della medesima filiera del valore, con cui si condividono sia obiettivi che sfide”. Con un approccio ecosistemico è più facile, per le aziende, colmare velocemente gap di natura economica, finanziaria, organizzativa e tecnica, potendo sfruttare l’effetto “rete” degli ecosistemi e quindi accedere a competenze e risorse esterne.
Le aziende italiane partecipano a ecosistemi produttivi in ambito smart-manufacturing soprattutto per migliorare il proprio time-to-market (34%), per sviluppare nuovi canali o mercati (29%) e potenziare la propria capacità di innovare (26%). La potenziale riduzione dei costi è certamente un beneficio correlato, ma viene citata solo dal 14% delle imprese manifatturiere italiane.
Quanto è matura l’industria manifatturiera italiana?
Valutando i principali aspetti di un approccio ecosistemico, Deloitte può affermare che le aziende si considerano meno mature, nel percorso dello smart manufacturing, di quanto si potrebbe dedurre alle loro azioni e strategie lascerebbero intendere. Alla domanda su quale sia, oggi come oggi, il grado di maturità dei loro ecosistemi, meno della metà degli intervistati ha detto di esserlo molto (livello 4 o 5 su una scala che arriva al 5) per ciascuna delle variabili considerate. Sembra quindi di poter dire che le aziende manifatturiere italiane hanno, per lo più, già sviluppato delle connessioni esterne a supporto dei loro sforzi in ambito Industry 4.0. Queste connessioni, però, non sono ancora sufficienti per poter parlare di un completo approccio ecosistemico.
La quasi totalità (93%) delle aziende in Italia ha dichiarato di concentrarsi sullo sviluppo di ecosistemi produttivi, cioè finalizzati ad adottare tecnologie che massimizzano la capacità produttiva degli impianti già esistenti. Altri ecosistemi, fra cui quelli riconducibili alla supply-chain (33%) e ai talenti (27%) sono oggi solo meno sviluppati e meno ricercati, ma altrettanto importanti.
La nota dolente della cybersicurezza
In Italia, un’azienda manifatturiera su quattro cita i rischi informatici tra i principali ostacoli alla diffusione degli ecosistemi. “A causa della natura interconnessa, always-on e aperta delle tecnologie 4.0, si è assistito a una proliferazione delle potenziali vulnerabilità e a un ampiamento della superficie d’attacco”, spiega Muggetti. “In un contesto di ecosistema, le aziende non solo devono prestare attenzione e prevenire l’accesso non autorizzato a risorse aziendali, il furto di tecnologie produttive e la disruption delle operation, ma anche devono evitare che gli hacker usino i sistemi informativi aziendali come hub per sferrare nuovi attacchi verso gli altri partecipanti all’ecosistema”.
Per approfondire il tema dello smart manufacturing vi invitiamo a seguire l’evento digitale gratuito di The Innovation Group, lo Smart Manufacturing Summit 2021, in programma il prossimo 6 maggio.
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