05/12/2016 di Redazione

La prevenzione è tutto: la sicurezza secondo Check Point

Prevenzione del rischio, cultura, attenzione: ecco gli ingredienti di una buona strategia di cybersicurezza. Ne abbiamo discusso Massimiliano Bossi, channel sales manager di Check Point Software.

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Rischi conosciuti e sconosciuti, strategie da adottare, nuove soluzioni tecnologiche a disposizione delle aziende per proteggere server, Pc, dispositivi mobili, cloud e applicazioni. Il mondo della cybersicurezza sta cambiando, oggi più che mai. Nell'utlimo anno Check Point Software ha scoperto circa 12 milioni di nuove  varianti di malware al mese, mentre nell'ultimo biennio sono stati scoperti più malware che nell’arco dei dieci anni precedenti. I metodi di infezione continuano a evolversi, pur mantenendo alcune caratteristiche "classiche": secondo un'indagine della stessa Check Point, quest'anno il punto di accesso alle reti aziendali più sfruttato dagli hacker sono stati gli endpoint; tre infezioni su quattro si sono propagate via email.

Ne abbiamo discusso con Massimiliano Bossi, channel sales manager di Check Point Software.

 

Massimiliano Bossi, channel sales manager di Check Point Software

 

Quali sono, a vostro parere, le principali sfide di sicurezza it che oggi le aziende devono affrontare?

La più grande sfida è la formazione degli utenti. La maggior percentuale di attacchi riusciti dipende dalla superficialità o inconsapevolezza di chi utilizza i supporti elettronici.  In secondo luogo, si sottovalutano i rischi connessi all'utilizzo dei dispositivi mobili, che ormai per il 70% dei casi sostituiscono un Pc, senza però alcuna protezione.

 

Come la vostra offerta permette di vincere queste sfide?

La prerogativa di Check Point è la capacità di controllo nella gestione delle regole di sicurezza. Mi preme però sottolineare l'importanza di una tecnologia unica sul mercato: la threat extraction. Si tratta di una tecnologia strettamente legata a Sandblast, che fa in modo che i messaggi di posta arrivino nell'inbox degli utenti depurati dai malware al 100%. Così anche un utente distratto eviterà di essere vittima di un cryptoransomware, tanto per citare una delle minacce più diffuse. E nessuno può garantire questo oltre a Check Point: per noi, la prevenzione è tutto.

 

Oggi si parla spesso della la transizione dal vecchio concetto di gestione dei device al concetto di gestione delle identità, anche attraverso i nuovi metodi di autenticazione biometrica. Qual è la vostra opinione a riguardo?

Tutto ciò che è digitale è, per sua intrinseca natura, vulnerabile. I sistemi di autenticazione biometrica aiutano, ma prima o poi saranno comunque superati. Le aziende come Check Point sono sempre in prima linea per cercare di supportare gli utenti e proteggere le loro informazioni e identità. Oggi, la maggior parte delle minacce scaturiscono da una volontaria pubblicazione di quelle informazioni che costituiscono l'identita digitale di una persona. Non esiste perciò una sola risposta: cultura, attenzione, tecnologia preventiva (per esempio, sistemi di data loss prevention) sono la combinazione che può mitigare i rischi.

 

In ambienti it sempre più eterogenei, come si possono conciliare le esigenze di libertà e flessibilità (per esempio, per sfruttare il cloud e il byod) con quelle della sicurezza?

Oggi, il perimetro aziendale dematerializzato è una realtà. Per Check Point, visibilità e gestione sono l'unica risposta. La nostra console di management è in grado di gestire e vedere un dispositivo mobile, un data center, un ambiente virtualizzato in un cloud pubblico, una sede periferica dall'altra parte dell'oceano come un’unica entità. La nostra natura di software house ci agevola in questo compito: in questo modo, infatti, è più semplice capire se siamo sotto attacco e quali contromisure adottare per proteggere il proprio patrimonio di informazioni.  Oggi, inoltre, prendono sempre più piede i servizi di sicurezza gestita, in grado di proteggere aziende e privati, le cui informazioni e identità vengono disperse nel web e nel dark web. Abbiamo lanciato sul mercato un servizio che è in grado di soddisfare proprio queste esigenze. Stiamo parlando di Intsights, un servizio che aiuta a ripulire il Web da informazioni private e sensibili, che siano sfuggite al controllo dei sistemi tradizionali.

 

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