06/05/2021 di Redazione

La sostenibilità dei data center passa anche dai cabinet

In un mercato del cabling che attraversa un periodo difficile, Panduit rilancia con Flex Fusion, una soluzione configurabile per diverse esigenze di servizio, negli ambienti iperscalabili, edge e multitenant che si stanno delineando nelle aziende.

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Sebbene il 2020 sia stato un anno di accelerazione in alcuni ambiti dei processi di digitalizzazione delle aziende, non tutto è andato per il verso giusto fra chi opera nella fornitura di tecnologie infrastrutturali per i data center. Il mercato del cabling in Italia, secondo le stime di Bsria, ha perso quasi dieci milioni di euro in valore, con un giro d’affari passato da 86 a 77 milioni.

Ne ha risentito anche un’azienda come Panduit, che pure vanta una sessantennale esperienza nel campo delle infrastrutture fisiche ed elettriche per data center, automazione industriale e digital building: “Il secondo trimestre del 2020 ha registrato in Italia un calo del 60%”, ammetto Gian Piero De Martino, responsabile per una regione che comprende anche Israele e Malta delle infrastrutture industriali, elettriche e di rete. “Abbiamo però recuperato nei restanti quarter dello scorso anno e anche nel primo trimestre 2021 siamo cresciuti del 10%, puntando su tecnologie specialistiche, come le soluzioni in rame di categoria 6°/10G e in fibra ottica pre-terminate”.

Proprio la lunga esperienza e la solida posizione di mercato hanno consentito al costruttore di guardare avanti, per trarre vantaggio da alcuni trend in atto, primo fra tutti quello della spinta verso l’ecosostenibilità: “Si tratta di un tema che fa parte della nostra cultura aziendale ed è parte dei processi di progettazione, produzione, confezionamento e distribuzione”, rimarca De Martino.

Il 2021 sarà un anno denso di novità per Panduit, che ha previsto di lanciare 22 nuove soluzioni entro metà anno. Il comparto data center rappresenta il 20% del giro d’affari dell’azienda ed è quello che promette meglio, alla luce di tendenze che spaziano dalla diffusione di cloud ed edge computing, rinegoziazioni dei costi energetici da parte di operatori multitenant e di colocation, un effetto Brexit che spinge allo spostamento risorse anche in Italia e la costante crescita dei dati da raccogliere, conservare e proteggere all’interno di infrastrutture tanto critiche quanto modulari e smart.

Gian Piero De Martino e Daniele Tordin, manager internazionali di Panduit

In questo contesto si colloca la disponibilità di Flex Fusion, un cabinet per data center configurabile in modo flessibile, per adattarsi alle varie esigenze di servizio, negli ambienti iperscalabili, edge e multitenant che si stanno consolidando nelle aziende. L’armadio per telecomunicazione rappresenta l’evoluzione della precedente soluzione NetAccess S-Type ed è il frutto di un’opera di confronto con la clientela già acquisita: “Abbiamo ascoltato le loro esigenze, pensando a un un cabinet configurabile che possa crescere al variare della rete”, spiega Daniele Tordin, technical system engineer di Panduit Europa. “FlexFusion può essere completamente personalizzato in base alle diverse esigenze, tramite uno strumento di configurazione di facile utilizzo”.

A livello di design, la porta dell’armadio presenta una superficie perforata all’80%, per aumentare la densità di potenza e la capacità di ventilazione, mentre il coperchio posteriore è alzabile e removibile, per agevolare l’installazione dei cavi. Sono stati riprogettati anche il sistema di aggancio degli apparati (19’’), quello di cable management e la staffa di gestione del cablaggio di dorsale.

Flex Fusion presenta una capacità di carico statico di 1600 Kg e di carico dinamico di 1200 Kg e, una volta posizionato, va solo collegato all’alimentazione in modalità plug&play, poiché i sensori sono già cablati e collegati a un connettore presente nel frame principale.

 

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