26/03/2016 di Redazione

Le tecnologie aiutano a ricordare ma creano anche amnesie

Una ricerca commissionata da Kaspersky Lab svela i vantaggi di affidare gli appunti di una riunione o di una conferenza a un dispositivo digitale: accuratezza, archiviazione, condivisione. Ma c’è anche una percentuale di professionisti che tende a dimenti

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Non sempre si è capaci di essere multitasking. Utilizzare troppi dispositivi tecnologici nelle ore di lavoro, destreggiandosi fra Pc da scrivania, portatile, smartphone e tablet, tavolta può causare delle vere e proprie “amnesie digitali”, anche se è vero che spesso favorisce la produttività. Così, estremizzando un po’, potremmo riassumere il succo di uno studio commissionato da Kaspersky Lab e realizzato da Arlington Research intervistando, fra dicembre 2015 e gennaio di quest’anno, un imprecisato numero di professionisti (area it, direzione, vendite, marketing, risorse umane e contabilità) di aziende di dodici Paesi del mondo, Italia inclusa. Se ne dedotto che un po’ ovunque, sui luoghi di lavoro di tutto il mondo, ha preso piede l’abitudine di prendere appunti su Pc, su tablet o addirittura su smartphone durante le riunioni con i capiufficio o i colleghi, abbandonando un po’ le classiche agendine e i quaderni.

Un cambiamento di usi e costumi che ha vantaggi e svantaggi. Quasi metà degli intervistati, 46%, ama l’alternativa digitale al bloc notes perché ritiene che l’accuratezza della stesura e dell’archiviazione degli appunti sia più importante delle sfumature della conversazione, più facili da cogliere se si ascolta e basta. Fra costoro, circa due su tre (e il 79% in Italia) apprezzano anche la possibilità di archiviare e condividere facilmente gli appunti “digitali”, anziché fare affidamento solo sul proprio ricordo della conversazione.

Tutti contenti? Non proprio, perché sacrificare l’ascolto attivo, concentrandosi sul prendere annotazioni con il Pc o con un altro strumento, può portare facilmente a distrazioni e dimenticanze. Il 44% dei professionisti, infatti, ha ammesso che prendere appunti su un dispositivo digitale li porta a perdere importanti indizi di contesto, emozionali o comportamentali. E c’è anche un 13% di intervistati che ha confessato di aver perso un appunto digitale e di essere stato, poi, incapace di ricordare quanto fosse stato detto. Si tratta in verità di una percentuale piuttosto piccola, ma comunque sufficiente a sfatare il mito della produttività associato al digitale rispetto alla carta o – magari – al semplice ascolto.

 

 

La psicologia cognitiva, in ogni caso, è dalla parte delle tecnologie. “Il lato negativo del semplice ascolto e dell’affidamento alla memoria è che trasferire informazioni dalla memoria operativa a breve termine alla memoria a lungo termine è difficile e il successo dipende dalla nostra comprensione dell’argomento discusso”, ha spiegato Gorkan Ahmetoglu, lecturer of Business Psychology dello University College di Londra. “Se l’informazione non ci è familiare o non la comprendiamo, annotare il più possibile su un dispositivo digitale significa poterlo riutilizzare per riprendere l’argomento e comprenderlo in seguito”.

 

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