Legge sul copyright, l’Europa si arrabbia con i ritardatari
L’Italia è nella lista delle nazioni a cui la Commissione Europea ha chiesto spiegazioni sulla mancata attuazione delle nuove regole.
Pubblicato il 27 luglio 2021 da Redazione

Gli Stati europei, Italia inclusa, sono in ritardo nell’attuazione della direttiva europea sul copyright, varata per garantire una giusta retribuzione agli editori e ai creatori di contenuti che vengono veicolati sul Web da Google, Facebook e altri motori di ricerca, aggregatori e piattaforme social. Redatta nel 2019, la direttiva è entrata in vigore a giugno di quest’anno ma - con l’eccezione della Germania, che l’ha già messa in pratica - le nazioni Ue non hanno ancora emanato decreti attuativi.
Per questo la Commissione Europea ha avviato lettere di costituzione in mora all’Italia e ad altri 20 Stati, lasciando due mesi di tempo per fornire spiegazioni sul modo in cui hanno recepito la nuova normativa. E non è tutto: analoghe lettere di costituzione di mora sono state inviate agli Stati ritardatari per non aver messo in atto un’altra direttiva che tutela il diritto d’autore, quella sui contenuti televisivi e radiofonici.
Per quanto riguarda la direttiva sul copyright, un elemento controverso è l’articolo 17, che vieta le piattaforme come YouTube e Instagram la pubblicazione di contenuti protetti da diritto d’autore, a meno di non aver ottenuto il consenso dell’autore stesso o dell’editore (o di non poter dimostrare di aver tentato in tutti i modi di ottenerlo). Come regolare, per esempio, i contenuti di satira o di parodia o quelli che citano altri contenuti per fare recensioni, dibattito d’attualità o intrattenimento? Bloccarli non sarebbe una forma di censura? L’articolo 17 in realtà si esprime su questo punto, ammettendo come eccezioni “la citazione, la critica, la recensione” e “gli utilizzi a fini di caricatura, parodia o pastiche”. Il problema è che piattaforme come YouTube e Instagram per forza di cose, viste le loro dimensioni, non possono filtrare i contenuti manualmente e dunque si affidano a tecnologie che non sono in grado di riconoscere le eccezioni.
Le lettere inviate dalla Commissione Europea rappresentano il primo passo di un procedimento di formale. Ora gli Stati hanno due mesi di tempo per fornire spiegazioni convincenti o per emanare i decreti attuativi delle due direttive. Se non lo faranno, riceveranno un avvertimento. Intanto, a proposito di copyright, da poco Alphabet è stata multata dall’autorità antitrust francese per le regole di funzionamento di Google News, troppo svantaggiose per gli editori.
COPYRIGHT
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