Lenta risalita: Assinform, investimenti a +1,2% nei primi sei mesi
Dall’associazione delle aziende Ict operanti in Italia e da NetConsulting arrivano nuovi segnali positivi, anche se non esaltanti, sull’andamento della spesa nella prima metà di quest’anno. Bene il cloud, le soluzioni per l’IoT, il mobile e la sicurezza.
Pubblicato il 11 ottobre 2016 da Redazione

Quest’anno la spesa italiana in hardware, software e servizi Ict crescerà dell’1,3% rispetto ai 64,9 miliardi di euro del 2015, quando già si era risaliti di un punto percentuale dai livelli dell’anno precedente. Si arriverà, dunque, a sfiorare i 65,76 milardi di euro (65,759, per l’esattezza). Un progresso lento ma continuo, dunque, che emerge dagli ultimi dati di Assinform, associazione che riunisce centinaia di aziende Ict operative in Italia. Il dato dell’1,3% per l’intero 2016 è, in realtà, una stima fatta da Assinform insieme a NetConsulting Cube, mentre è già misurata e certificata la crescita dell’1,2% dei primi sei mesi confrontati con l’analogo periodo del 2015.
A detta di Agostino Santoni, presidente di Assinform (nonché amministratore delegato di Cisco Italy), nel semestre “i segnali positivi hanno prevalso sul rallentamento congiunturale. Le componenti più innovative, che già avevano permesso l’anno scorso di invertire un ciclo negativo, confermano la loro vitalità e conferiscono al mercato Ict una resilienza spiegabile solo con la crescente attenzione alle potenzialità del digitale per innovare prodotti, servizi e processi dando slancio all’economia”.
Le componenti più innovative sono quelle che già negli anni scorsi, in Italia così come nel mondo, hanno trainato la crescita degli investimenti. Innazitutto il cloud computing, per cui la spesa è salita di circa il 19% arrivando superare il miliardo di euro per i soli servizi di data center; a seguire vanno citate le tecnologie di Internet of Things (+15%), quelle per il mobile (fra il 13 e il 14%) e la cybersecurity (+5%). Continua ad aumentare, inoltre, la spesa in pubblicità digitale (+ 9%), mentre cala il mercato dei servizi di rete e telecomunicazioni (-2,2%). Un unico segno meno, dunque, che però rappresenta la fetta maggiore della torta ovvero 22,6 miliardi sui 64,9 miliardi di euro complessivi de mercato. Il calo del giro d’affari delle telco è stato del 2,4%, conseguenza di una continua contrazione delle tariffe.
Ragionando invece per macro-segmenti, nella prima metà di quest’anno i servizi Ict sono cresciuti del 2% specie sulla spinta del cloud, mentre sono statici i servizi di assistenza tecnica (339 milioni) e in moderato calo le altre tipologie di prestazione (outsourcing -1,7%, formazione -2,5%, consulenza -1,2%, sviluppo applicativo e systems integration -1,9%). Il +4,8% messo a segno da software e soluzioni è legato in parte all’IoT. La spesa hardware, invece, è risalita dell’1%, soprattutto per merito delle ancora sostenute vendite di smartphone.
In uno scenario non negativo, è comunque bene non farsi prendere dagli entusiasmi perché “il ritardo da recuperare è però ancora importante”, come sottolinea Santoni. “L’accelerazione sui tanti fronti dell’Agenda Digitale e il varo dei programmi Industria 4.0 diventano essenziali per riportarsi al passo, e anche per stimolare un’evoluzione del settore Ict che consenta al Paese di contare stabilmente sul know-how necessario”. L’accelerazione a cui fa cenno il presidente di Assinform dovrà seguire soprattutto alcune direttrici, che sono poi quelle dell’Agenda Digitale e del programma Industria 4.0: la realizzazione di ulteriori infrastrutture per la banda larga, la creazione di nuove competenze digitali, la piattaforma Italia Login (che dovrà facilitare i contatti fra cittadini e Pubblica Amministrazione) e il Sistema Pubblico di Identità Digitale, Spid.
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