13/10/2020 di Redazione

Lo strano veicolo di Alphabet può svelare i misteri delle piante

Si chiama Mineral il nuovo progetto di X, la società più innovativa del gruppo di cui fa parte anche Google. E applica tecnologie come sensori, robotica e analisi dei dati ad alcune grandi sfide di sostenibilità.

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Calcoli matematici, robot, intelligenza artificiale, sensori e altre tecnologie scendono in campo, letteralmente, nell’ultima scommessa di X, la società del gruppo Alphabet dedita ai progetti più innovativi e di largo respiro (la stessa da cui sono usciti i veicoli a guida autonoma di Waymo e i palloni aerostatici di Loon). Questa scommessa si chiama Mineral ed è il frutto di anni di studio ed esperimenti di tecnologie applicate all’agricoltura, o meglio alle grandi sfide mondiali connesse alla coltivazione dei campi: la sostenibilità, la riduzione delle disuguaglianze nell’accesso alle risorse alimentari, l’ottimizzazione della resa dei terreni e delle sementi, lo sviluppo di nuove varianti (dalla migliore resa o che richiedono meno fertilizzanti chimici), e altro ancora.

Mineral ambisce a sviluppare tecnologie di “agricoltura computazionale”, così la chiama l’azienda, per metterle a disposizione di coltivatori, allevatori, agronomi e scienziati: nuovi dispositivi hardware, software e sensori con cui sia possibile raccogliere dati, analizzarli e comprendere aspetti ancora sconosciuti della vita delle piante. 

Il prototipo utilizzato per studiare una coltivazione di fragole

 

Per riassumere, con le parole di Elliott Grant, responsabile del progetto, “per vedere e comprendere il mondo vegetale in modi radicalmente nuovi”. Il suo lavoro è partito da alcuni studi condotti su campi di fragole in California e su coltivazioni di soia in Illinois, utilizzando un piccolo veicolo elettrico a quattro ruote che immagazzina energia tramite pannelli solar, e che esplora i campi raccogliendo dati tramite sensori e immagini fotografiche. I dati raccolti da questa “macchinina” sono stati incrociati con informazioni meteo, immagini satellitari e dati relativi al suolo, per comprendere alcuni meccanismi di funzionamento della specifica coltivazione. Per esempio, come si è evoluta nel tempo la crescita delle piante, così da poter prevedere quale sarà la resa del prossimo raccolto.

Dal primo prototipo, realizzato assemblando i pezzi di due biciclette e di due smartphone Pixel2, il lavoro si è allargato realizzando nuovi veicoli e conducendo analoghi esperimenti su coltivazioni di lattuga, meloni, bacche, orzo,avena. Ora il progetto si presenta ufficialmente al pubblico con un sito Web dedicato. E le ambizioni sono elevatissime: “Così come il microscopio ha portato una trasformazione nel modo in cui individuiamo e trattiamo le malattie, così speriamo che migliori strumenti aiutino l’industria agricola a trasformare il modo in cui si coltiva”, scrive Grant.

 

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