19/04/2017 di Redazione

Microsoft a caccia di container e vecchie conoscenze

La società di Redmond acquisirà Deis, piattaforma open source che mette a disposizione strumenti per la gestione di app containerizzate con Kubernetes. L'altro acquisto è Intentional Software, figlia dell'ex dirigente Microsoft (nonché turista spaziale) C

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Microsoft va a caccia di nuove tecnologie sulla West Coast, per rafforzare ancora il proprio ruolo di vendor di soluzioni per lo sviluppo applicativo. Deis e Intentional Software, aziende ubicate rispettivamente a San Francisco e a Bellevue, nei dintorni di Seattle, sono gli ultimi due acquisti del colosso di Redmond, annunciati a pochi giorni di distanza e in entrambi i casi senza citare il costo dell'accordo ma chiarendone le intenzioni: con Deis, quella di portare nuove tecnologie per i container sulla piattaforma Azure, la nuvola di Microsoft; con Intentional Software, offrire agli sviluppatori nuovi strumenti per la creazione di applicazioni. Le tecnologie e i talenti (per lo più giovani) portati in casa confluiranno, rispettivamente, nella divisione Cloud and Enterprise, capeggiata da Scott Guthrie, e nella divisione Office Product, guidata da Rajesh Jha.

Deis è in realtà non un'azienda indipendente ma una piattaforma open source per lo sviluppo applicativo basato sui container di Kubernetes, piattaforma che Microsoft rileverà da Engine Yard con lo scopo di “far sì che Azure sia il miglior luogo possibile per eseguire i workload containerizzati”, come ha scritto Guthrie in un blogpost. La logica dei container è nota: sfruttare degli ambienti operativi “pacchettizzati”, ideali per testare o distribuire applicazioni o microservizi, facili da spostare fra una risorsa e l'altra. A detta dell'executive vice president, “in Microsoft abbiamo osservato una crescita esplosiva di interesse e di deployment di carichi di lavoro containerizzati su Azure”. Ed è quasi ovvio sottollineare il tentativo di ridurre le distanze da Amazon Web Services.

Più precisamente, Deis mette a disposizione tre strumenti open source per la gestione di deployment basati su Kubernetes: Workflow consente la distribuzione e la gestione di app containerizzate; Helm è un sistema gestionale che permette di creare, declinare in versioni, installare e aggiornare applicazioni; Steward è un service broker che aiuta le app a comunicare una con l'altra. Tutti e tre, ha promesso il Cto di Deis, Gabe Monroy, continueranno a essere sviluppati e resteranno disponibili alla community di Kubernetes.

 

Charles Simonyi, fondatore, presidente e Cto di Intentional Software

 

L'altro acquisto di Microsoft, Intentional Software, è in qualche modo una vecchia conoscenza: la nascita del progetto, nel 2002, si deve a un ex della società di Redmond. Si tratta niente meno che di Charles Simonyi, informatico ungherese, miliardario e filantropo, più noto per essere stato fra i primi “turisti spaziali” e per aver speso 60 milioni di dollari per farsi ospitare a bordo in due diverse missioni. Ma Simonyi in precedenza ha anche messo la sua abilità di programmatore al servizio delle applicazioni di Office, rivestendo anche ruoli dirigenziali all'interno di Microsoft. Non è quindi un caso, forse, se la tecnologia acquisita andrà a integrarsi nell'Office Product Group dell'azienda di Satya Nadella. Per fare che cosa? Il blogpost pubblicato dall'informatico ungherese usa toni visionari per parlare di future integrazioni e di un mondo dominato dall'intelligenza artificiale.

Più concretamente possiamo dire che i prodotti di Intentional Software, come il nome dell'azienda suggerisce, si basano sul paradigma della programmazione intenzionale, creato dallo stesso Simonyi. Una logica che, in parole povere, chiede di ragionare in base al risultato desiderato e non alle singole azioni, e che alla programmazione classica sostituisce lo strumento dei Domain Specific Languages, cioè di linguaggi simili a quelli naturali (contenenti sintassi e lessico e una base di conoscenza che si alimenta nel tempo). Per rendere meno tecnica e complessa l'interazione con questi strumenti, la piattaforma trasferisce i comandi su un'interfaccia a portata di utente business. È intuibile che queste tecnologie possano servire a Microsoft in ottica di lungo periodo, senza sfociare immediatamente in nuovi prodotti.

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