Chi è già salito sul carro dell’Iot “sensor to cloud”
Pubblicato il 14 aprile 2015 da Gianni Rusconi Pagine: 1, 2
Fra le aziende che hanno già saggiato i benefici dell’integrazione tra la sensoristica di ST e il cloud computing di Microsoft figurano due nomi italiani del comparto manifatturiero come Minerva Omega Group e Gruppo Cimbali. La prima è una realtà riconosciuta anche a livello internazionale, che produce macchine e sistemi per la lavorazione e conservazione di prodotti alimentari (affettatrici, tritacarne, pelapatate, mescolatori, insaccatrici, confezionatrici sottovuoto, ecc.). A partire dall’esigenza di riuscire a offrire un servizio a valore per differenziare le proprie macchine in un mercato altamente competitivo, Minerva Omega Group ha deciso di puntare sull’Internet of Things adottando la piattaforma IoT di Solair.
È nato così NemoSy, un sistema di monitoraggio che, grazie all’infrastruttura cloud di Microsoft Azure e alla componentistica StMicroelectronics, permette di acquisire dati telemetrici in tempo reale, di consolidarli direttamente nella nuvola e di elaborare informazioni da integrare nel processo di business.
Daniele Salati Chiodini, direttore tecnico e consigliere delegato di Minerva Omega Group, ha sottolineato tra i benefici più importanti la possibilità di “consolidare i dati raccolti direttamente sul cloud e di aggregare le informazioni rilevanti relative ai macchinari, sincronizzate con sistemi esterni quali Erp e Crm, per poi elaborarle e integrarle nel processo di business. In particolar modo l’applicazione si rivolge al settore alimentare della Grande Distribuzione Organizzata, dove la problematica di una gestione centralizzata delle macchine ubicate in diversi siti e laboratori è sicuramente un’esigenza primaria. Il sistema non è orientato solo al monitoraggio delle macchine, ma può gestire anche tutto il ciclo della manutenzione, dall’inserimento dei rapporti tecnici fino alla produzione della documentazione relativa alla singola macchina”.
L’obiettivo, raggiunto, è stato quello di spostare il focus dal macchinario in quanto tale al dato che caratterizza il macchinario stesso. Meno meccanica e più intelligenza a bordo delle macchine, dunque, e un investimento che va oltre la componente tecnica del prodotto e abbraccia la componente servizio da offrire al cliente, aprendo via via scenari di applicazione completamente diversi.
La missione di Gruppo Cimbali, invece, è quella di progettare, produrre e vendere macchine professionali per caffè e attrezzature dedicate alla caffetteria (a marchio LaCimbali, Faema, Casadio ed Hemerson). Il Gruppo milanese, che esporta circa l’80% della produzione in oltre cento Paesi, già a partire dal 2000 si è interessato alla telemetria e nel 2014 ha fatto evolvere questo concetto concretizzando (insieme ad Abo Data, altro partner di Microsoft) un vero e proprio progetto di Internet of Things basato sul collegamento diretto tra le macchine del caffè e la Rete, con il fine di raccogliere e condividere dati a livello globale.
Per questo è stato sviluppato un sistema di monitoraggio e controllo per il parco macchine, che grazie alla componentistica St può ora comunicare in modo spontaneo (senza infrastrutture locale) attraverso la piattaforma Plat.One di Abo Data che risiede su Azure, in cui i dati vengono raccolti in cruscotti strategici che offrono ai clienti informazioni costanti sul funzionamento. Informazioni funzionali alle attività di manutenzione, al servizio di assistenza e al marketing.
Continua nella lettura:
- Pagina 1. Microsoft e StMicroelectronics rendono virtuoso l’IoT italiano
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