Pubblicato il 01 luglio 2019 da Redazione
Milano capitale d’innovazione italiana: quante volte abbiamo letto questa espressione in un articolo giornalistico, tanto da poterla considerare ormai (anche) un luogo comune? I dati di molte ricerche confermano il primato meneghino per numero di startup, servizi digitali di Pubblica Amministrazione, presenza di aziende tecnologiche. Ultima, per cronologia, una nuova indagine “extra settore”, firmata dalla società di consulenza immobiliare JLL e titolata “Innovation Geographies”: su cento città del mondo passate al microscopio, Milano è ai piani alti della classifica europea. Nella top-20 globale purtroppo non compare nessuna città italiana, mentre restringendo l’osservazione al solo Vecchio Continente troviamo il capoluogo lombardo in 18esima posizione.
Bisogna poi scendere fino alla 29esima per leggere il nome di Roma. L’indice che misura il livello di innovazione in questa ricerca è stato calcolato in base agli investimenti in ricerca e sviluppo della città, agli investimenti esteri, alla presenza di venture capital e al numero di richieste di brevetto internazionali, nonché alla capacità di attrarre talenti (l’indice “concentrazione di talenti”, derivato da livello di istruzione degli abitanti, qualità dei corsi universitari, demografia e livelli di occupazione in aziende di alta tecnologia).
Grazie a Milano e a Roma dunque l’Italia non sfigura completamente, ma nemmeno scintilla se comparata a città come San Francisco, Tokyo, Singapore, Pechino e Londra, cioè i primi cinque piazzamenti della classifica mondiale dell’innovazione. Nessun luogo tricolore nemmeno in un’altra classifica definita dal report, più specifica e riferita a un indice di): qui svetta Londra, seguono le statunitensi San Francisco, Washington DC, San Jose, Seattle e Boston, poi Sydney e all’ottavo posto la seconda europea, Parigi.
Le ragioni per vedere il bicchiere mezzo pieno però non mancano. “A livello nazionale Milano è la città italiana in cui si è investito maggiormente in ricerca e sviluppo, pertanto si è consacrata negli ultimi anni quale centro di innovazione e crescita, capace di attrarre un costante afflusso di capitali esteri”, ha commentato il Ceo di JLL Italia, Pierre Marin. “Roma ospita le sedi di numerose aziende e si distingue per l’elevato numero di studenti universitari”.
All’ombra del Duomo si concentra un maggiore volume di investimenti esteri diretti nel settore high tech (il 30% di quelli del triennio 2015-2018, contro il 27% della capitale). Gli occupati del settore alta tecnologia a Roma sono il 9,1% del totale, percentuale in linea con la media delle cento città incluse nell’indice, mentre a Milano sono il 10,9%. La metropoli lombarda è superiore anche per quanto riguarda la percentuale di investimenti dedicati a tecnologie Ict e infrastrutture internet, il 66% del totale, quota comunque non troppo distante dal 60% di Roma. Quest’ultima si colloca solo al 75esimo posto della classifica mondiale per quanto riguarda il numero di brevetti registrati (492 tra il 2015 e il 2017), mentre Milano ottiene il 36esimo posto (con 1.359 brevetti nel biennio considerato).
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