19/02/2013 di Redazione

Mobilità, ingrediente d'innovazione. Ma non per tutti

Due studi di Symantec identificano l’adozione o la mancata adozione degli strumenti mobile come spartiacque fra chi innova e chi rimane ancorato alla tradizione. Un confine che distingue fra loro le aziende, ma che spesso le attraversa anche internamente.

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Tradizionalisti o innovatori? La distinzione, quando si parla di aziende, spesso si gioca sul filo della mobilità, uno dei cambiamenti tecnologici che – insieme al cloud – oggi funzionano da spartiacque fra le realtà più conservatrici e quelle aperte a un uso più libero e flessibile delle risorse It. E si tratta non solo di uno spartiacque “concettuale” e tecnologico, ma anche strategico, come dimostrano due studi a firma Symantec.


Il primo è l’edizione 2013 dell’annuale State of Mobility Survey, che ha coinvolto 3.236 aziende (da cinque a 5mila dipendenti) di 29 Paesi attraverso interviste a personale con responsabilità It. Il quadro emerso dà ragione agli “innovatori”, l’84% dei quali dichiara di aver tratto notevoli vantaggi dall’adozione della mobilità nel contesto di lavoro; le aziende più tradizionaliste, invece, pur non potendo sfuggire del tutto al cambiamento si stanno aprendo ai dispositivi mobili più lentamente, con minori costi ma anche minori benefici.

Di quali benefici si sta parlando? Di tipo economico, innanzitutto, dal momento che tra le realtà interpellate quelle innovatrici stanno sperimentando una crescita del fatturato pari a quasi il 50% in più di quelle tradizionaliste: in media, 44% contro 30%. Stesso discorso per un altro indicatore economico, il profitto, salito del 34% per le aziende più aperte al mobile e solo del 23% per le altre.

Altra variabile è la flessibilità concessa ai dipendenti, che va di pari passo con la possibilità di accedere a risorse aziendali senza vincoli di orario e presenza fisica in sede: il personale che utilizza lo smartphone per il lavoro nelle organizzazioni innovative è più numeroso (anche in questo caso, circa il 50% in più) rispetto alle altre. E spesso, nel 55% dei casi per gli innovatori e nel 44% per i tradizionalisti, l’acquisto dei terminali da destinare ai dipendenti è gestito dall’azienda stessa.

Varia anche la propensione a  sviluppare applicazioni mobili di tipo business: l’83% degli innovatori sta già discutendo la possibilità di appoggiarsi a degli app store interni aperti ai soli dipendenti, contro il 55% delle organizzazioni più chiuse al cambiamento.

I contrappesi ai vantaggi di efficienza e libertà sono tuttavia noti: maggiore esposizione al rischio di attacchi o furto di dati, perdita di controllo sugli accessi alle risorse aziendali ma anche sulle informazioni che circolano all’esterno. Altri aspetti negativi citati nelle interviste riguardano un calo di produttività, costi aggiuntivi per le società, danni alla brand reputation e violazioni di policy che possono comportare delle multe. Anche su questo fronte, l’indagine di Symantec vede nel grado di apertura all’innovazione una discriminante: tra gli innovatori, il 66% sostiene che i benefici valgano i rischi, percentuale che crolla al 26% nel gruppo delle aziende tradizionaliste.


Lo studio si chiude con una serie di consigli. Numero uno: valutare con cautela l’adozione della mobilità, evitando però un’opposizione completa. Un primo step potrebbe essere l’implementazione delle applicazioni che offrono maggiori vantaggi di produttività per i dipendenti. Terzo consiglio, imparare dagli innovatori: osservare i casi di successo per ottenere tutti i benefici della mobility, riducendo al minimo i rischi.

“Pochi argomenti, oggi, attirano l’attenzione dell’IT così come succede con la mobilità”, ha affermato Francis deSouza, president, Products and Services, Symantec. "La differenza nell’atteggiamento e nei risultati tra le aziende che attivamente adottano la mobilità, e quelle che sono riluttanti è significativa. Le aziende che assumono un approccio proattivo beneficiano molto di più rispetto a quelle che mettono da parte la questione fino a quando si ritrovano a cercare di recuperare terreno rispetto alla concorrenza”.


Il secondo studio di Symantec parte da un campione più selettivo di intervistati, per dipingere un quadro complementare a quello della State of Mobility Survey. Il tema è quello dell’innovazione (come da titolo: Mobile innovation), investigata a partire da 280 executive intervistati fra Europa, Medio Oriente e Africa, alcuni dei quali impiegati in modo specifico nell’area It e altri più in generale in altre mansioni manageriali e direttive.

La specifica non è casuale, perché anche in questo caso esiste uno spartiacque: meno del 10% dei professionisti “non-It” considera i proprio colleghi dell’It come “fortemente innovativi” nell’utilizzo del mobile.

E oltre la metà pensa che ci sia addirittura una certa resistenza da parte di Cio e responsabili It nei confronti del bring your own device. Queste tensioni sembrano essere più forti nelle società di servizi finanziari, poiché addirittura il 62% degli intervistati di questo settore sostiene che dipartimenti It rifiutino le idee provenienti da altre parti dell’azienda.

Eppure è innegabile che sia proprio l’It una delle principali fonti di idee e progetti innovativi che trasformano il modo di lavorare in azienda e le stesse prospettive di business. Tuttavia, quando si tratta di utilizzare la tecnologia mobile per migliorare l’interazione con i clienti o i potenziali clienti, le divisioni vendite e marketing giocano nel ruolo di chi propone.


C’è dunque una spaccatura insanabile fra due mondi, da una parte un It restio all’adozione della mobility (e più preoccupato della sicurezza) e dall’altra i professionisti che interagiscono con l’esterno? Non è proprio così, dal momento che lo studio evidenzia anche una crescente comunicazione fra l’It e il resto dell’azienda.

Circa un terzo degli intervistati indicano i loro addetti It come “estremamente collaborativi” nello sviluppare servizi mobile, percentuale che solo due anni fa si fermava al 13%. Volenti o nolenti, insomma, la mobilità è sempre di più in ingrediente irrinunciabile per potersi definire innovativi.

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