Pubblicato il 02 aprile 2019 da Alessandro Andriolo
L’innovazione digitale non abita in Italia. Nel 2018 il nostro Paese, secondo l’ultimo report Eides dell’Imperial College Business School, si è classificato al 22esimo posto fra i 28 membri dell’Unione europea per vitalità dell’ecosistema imprenditoriale digitale e per sostegno alle startup. La Penisola è stata inclusa nel gruppo dei cosiddetti “ritardatari” (laggard) insieme al blocco orientale del Vecchio Continente: Polonia, Lettonia, Croazia, Ungheria, Slovacchia, Grecia, Bulgaria e Romania. Con un misero punteggio di 32,6 siamo lontani anni luce dal numero uno della graduatoria, la Danimarca (80,7), che guida la squadra dei leader. E il report sottolinea amaramente la nostra situazione: “Colpisce che l’Italia, malgrado appartenga al G7, sia inclusa in questo gruppo insieme alle ex economie pianificate e alla Grecia”.
Il girone dei leader è composto, oltre che dalla Danimarca, da Svezia (75,6), Lussemburgo (74) e Finlandia (72,4). Nel secondo calderone ci sono invece le Nazioni definite “inseguitrici” (follower): Germania, Regno Unito, Paesi Bassi, Irlanda, Belgio, Austria, Malta, Estonia e Francia. Il terzo gruppo è quello di chi prova a recuperare (catcher up): Spagna, Repubblica Ceca, Lituania, Slovenia, Portogallo e Cipro.
Un gradino sotto troviamo infine i “ritardatari” con l’Italia. Per calcolare il posizionamento di ciascuno Stato membro della Ue il rapporto Eides valuta otto parametri, o pilastri: cultura e istituzioni informali; istituzioni formali, legislazione e tassazione; condizioni di mercato; infrastrutture fisiche; capitale umano; creazione di conoscenza e disseminazione; finanza; networking e supporto.
Il valore più alto l’Italia lo raggiunge alla voce “networking e supporto” (53,4), con una prestazione degna del gruppo dei follower. Ma sono ovviamente tutti gli altri indicatori a penalizzarci. Il peggiore è quello riguardante “cultura e istituzioni informali” (24,7), il terzo più basso di tutta la Ue dopo Romania e Bulgaria. Decisamente carente (27,5) anche l’aspetto del sostegno istituzionale e della tassazione alle imprese.
Fonte: The European Index of Digital Entrepreneurship Systems (Eides)
A queste otto voci viene affiancata anche un’altra misurazione riguardante tre parametri, ovverosia gli indici stand-up, start-up e scale-up che corrispondono a tre livelli di sviluppo imprenditoriale (sia fisico sia digitale). Il primo fa riferimento alle attitudini personali di fare impresa, il secondo è inerente alla capacità di tradurre queste intenzioni in attività economiche concrete e, infine, il terzo indica l’abilità di trasformare un modello di business innovativo in una realtà scalabile e ad alto potenziale. Secondo questo framework, l’Italia si posiziona rispettivamente in 21esima, 24esima e 19esima posizione.
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