Pubblicato il 19 novembre 2020 da Redazione
La pandemia da Covid-19 ha fatto sì che l'attenzione dell'IT si focalizzasse sull'abilitazione del telelavoro e sull'implementazione quasi immediata di infrastrutture che raggiungessero la forza lavoro distribuita geograficamente, stimolando una maggiore adozione del cloud da parte delle aziende. Questo trova conferma nella terza edizione dell’Enterprise Cloud Index di Nutanix, uno studio globale che misura il progresso delle imprese nell'adozione di cloud privati, ibridi e pubblici. È stato realizzato da Vanson Bourne tramite interviste a 3.400 responsabili IT appartenenti ad aziende di diversi settori e dimensioni in America, Europa, Medio Oriente, Africa, Asia-Pacifico e Giappone.
L’argomento del report di quest'anno era l'impatto della pandemia sulle decisioni e sulla strategia IT attuale e futura. Per l’86% degli intervistati il cloud ibrido si riconferma il modello di infrastruttura IT ideale. Inoltre il 76% ha dichiarato che la crisi causata dal Covid-19 li ha portati a pensare all’IT in modo più strategico e circa la metà (46%) afferma che l’aumento degli investimenti in questo ambito è una conseguenza diretta della pandemia.
Le aziende, rispetto agli anni precedenti, si affidano sempre più a diversi cloud pubblici per soddisfare le proprie necessità. Lo studio mostra che, tra gli intervistati che li utilizzano, il 63% ne usa due o anche più o si affida al multicloud, e il numero crescerà fino al 71% nel corso dei prossimi 12 mesi.
Gli intervistati riferiscono di aver compiuto i primi passi necessari per gestire con successo un ambiente ibrido, tra cui l'adozione di un'infrastruttura iperconvergente nei loro data center e lo smantellamento dei centri dati non abilitati al cloud, a favore dell'utilizzo del cloud privato e pubblico. I team IT globali stanno inoltre pianificando cambiamenti sostanziali all'infrastruttura: prevedono, in media, un aumento delle implementazioni di cloud ibrido di oltre il 37% nei prossimi cinque anni, con un corrispondente calo del 15% nel numero di data center non abilitati al cloud. In particolare, tra le diverse categorie di infrastrutture, in circa il 26% dei casi è stato adottato un modello misto di cloud privato, cloud pubblico e datacenter tradizionale.
“A gennaio, per molte aziende la tecnologia era una componente di base per abilitare i processi organizzativi essenziali. Oggi la tecnologia ha assunto un significato completamente nuovo. Si tratta di una strategia complessa che determina o compromette la sopravvivenza di un'azienda sul lungo periodo”, afferma Wendy M. Pfeiffer, Chief Information Officer di Nutanix. “Il Covid-19 ci ha proiettato in una nuova era, quella dell'IT strategico e ne ha aumentato notevolmente il valore come confermato dai risultati dell'Enterprise Cloud Index di quest'anno. Il cloud ibrido è il protagonista e continuerà a esserlo anche in futuro, man mano che metteremo a punto il nostro mix di ambienti fisici e virtuali e ci abitueremo a operare sfruttando diverse modalità".
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