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Nutanix raggiunge la profittabilità, ma ridesta l’interesse di Hpe

I risultati finanziari del primo trimestre 2023 mostrano per la prima volta un segno positivo, con utili per 10,6 milioni di dollari. Si riparla però di una possibile acquisizione.

Pubblicato il 06 dicembre 2022 da Redazione

Per la prima volta nella propria storia, Nutanix ha chiuso un trimestre in utile. È accaduto nel quarter appena rendicontato (il primo dell’esercizio 2023, chiuso a settembre), con un fatturato di 433 milioni di dollari e un profitto di 10,6 milioni. Per avere un recente termine di paragone, il primo trimestre 2022 si era chiuso con una perdita di 42 milioni di dollari.

Si tratta di un passaggio importante per un’azienda che fin qui ha preferito puntare sull’espansione di mercato e sulla propria offerta, diventando un punto di riferimento nell’universo delle infrastrutture e del cloud ibrido, arrivando a competere seriamente con VMware, ma sempre a discapito della profittabilità. Non tutto è a posto, visto che i risultati non-Gaap (al netto di imposte e altri oneri finanziari) restano negativi, ma ci sono indicatori confortanti, come le entrate ricorrenti (sottoscrizioni) cresciute del 34% e quelle complessive migliorate del 15%.

L’andamento sembra molto legato alle partnership che Nutanix ha stretto negli ultimi tempi. Fra queste, si possono citare Microsoft Azure e OvhCloud. Le ha evocate anche il Ceo dell’azienda, Rajiv Ramaswami, indicando come, nell’ultimo trimestre, i due contratti più rilevanti siano stati siglati nell’ambito di “partnership con fornitori di servizi, ai quali vendiamo i nostri prodotti e forniamo supporto ai loro clienti”.

Tutto a posto, dunque? Non proprio, visto che all’orizzonte sono riapparsi voci insistenti di una possibile acquisizione da parte di Hpe. Secondo Bloomberg, i negoziati sarebbero in corso già da diversi mesi, con alti e bassi, ma in questa fase pare ci sia stato un riavvicinamento.

La storia dei rapporti fra le due aziende è controversa. Dopo una lunga fase di concorrenza spietata, nel 2019 c’era stata una prima distensione, con la disponibilità di Nutanix Enterprise Cloud Os all’interno dell’offerta gestita Hpe Greenlake. Da allora, i contatti si sono intensificati. In realtà, Hpe dispone già di una soluzione di iperconvergenza, ovvero Simplivity (frutto di un’altra acquisizione). Ma se Nutanix ha mantenuto un certo ritmo di espansione verso le grandi infrastrutture e il cloud ibrido, tanto da consolidare la propria tecnologia di virtualizzazione Ahv anche a detrimento della rivale vSphere di VMware, non altrettanto si può dire della similare offerta entrata qualche anno fa nell’universo Hpe.

Alcuni osservatori hanno fatto notare come questo non sia il momento migliore per procedere a un’acquisizione, visto che il titolo di Nutanix è risalito molto dall’estate scorsa), ma non è la prima volta che si parla di cavalieri bianchi per l’azienda e in passato si era fatto anche il nome di Cisco. Staremo a vedere.

 
Tag: virtualizzazione, cloud ibrido, iperconvergenza, infrastrutture

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