24/03/2017 di Redazione

Oggetti connessi e automazione: pronti sette retailer su dieci

Il 70% degli intervistati di uno studio di Zebra si è detto pronto a introdurre innovazioni basate sull'Internet delle cose. Piacciono anche il click-and-collect, gli smartphone e i chioschi interattivi sul punto vendita.

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Il settore della vendita al dettaglio, sia nei negozi sia sui siti e sulle app di e-commerce, sta cambiando rapidamente sotto la spinta della tecnologia. La sempre più precisa personalizzazioni dell'offerta e la multicanalità (dell'esperienza di acquisto e ritiro della merce, ma anche del marketing e delle interazioni con i clienti) sono gli esempi più evidenti, ma non gli unici. Una nuova indagine sponsorizzata da Zebra Technologies e condotta da Research Now e Qualtrics, si focalizza su un tema ancora germinale in relazione al retail: l'Internet delle cose. Una tecnologia, che forse inaspettatamente, viene accolta con entusiasmo da sette aziende del settore su dieci.

Ogni centimetro del mondo retail sta cambiando, dalle corsie del magazzino agli scaffali del negozio”, ha commentato Mark Thomson, retail and hospitality director per l'Emea di Zebra. “Il Retail Vision Study 2017 dimostra che i rivenditori sono pronti a soddisfare e superare le attese dei clienti con nuovi livelli di personalizzazione, velocità e convenienza”. Fra i circa 1.700 intervistati – addetti a ruoli di reponsabilità di retailer attivi in Europa, Nordamerica, America Latina, Medio Oriente e Asia Pacifico, fra rivenditori al dettaglio, specializzati, centri commerciali, supermercati, negozi di elettronica, di bricolage e farmacie – il 70% ha detto di essere già pronto ad adottare soluzioni basate sull'Internet of Things o di aver previsto da qui al 2021 investimenti in tale campo. Questo dato si sovrappone quasi esattamente alla percentuale, 72%, di coloro che prevedono di riorganizzare completamente la propria supply chain nei prossimi anni, sfruttando la visibilità in tempo reale creata dai sensori, dall'automazione dei processi e dagli analytics. Diventerà più facile, dunque, confezionare e spedire gli ordini, monitorare l’inventario, a controllare i livelli delle giacenze in negozio e aiutare i clienti a trovare i prodotti.

Poco più bassa, 68%, è la fetta di coloro che entro quattro anni investiranno in intelligenza artificiale e computing cognitivo: tecnologie utili per imparare dai propri dati, derivandone ottimizzazioni ma anche previsioni su trend futuri e domanda di mercato emergente. Il 65% destinerà investimenti ai sensori smart per la gestione dell'inventario, il 57% a tecnologie per l'automazione. L'innovazione digitale trasformerà non soltanto il “dietro le quinte” del retail, cioè tutto ciò che serve al marketing, alla logistica e alla gestione dell'inventario, ma anche i punti vendita e la relazione con i clienti: percentuali di intervistati molto alte, comprese fra il 78% e l'85%, intendono dotare i negozi di Pos per i pagamenti, di tablet e smartphone (utili per consultare informazioni ma anche per pagare la merce evitando la fila alle casse) o di chioschi interattivi.

 

 

 

Da qui al 2021 soluzioni come queste, unite alle app mobili, ai sensori Beacon e alla geolocalizzazione, permetteranno a tre negozianti su quattro di sapere se uno specifico cliente si trovi nei paraggi e, quindi, di personalizzare la sua visita con messaggi e offerte mirate (attualmente in area Emea il 36% degli intervistati ha già raggiunto questo traguardo) .

E c'è un'opzione, in particolare, che nell'indagine di Zebra ha ottenuto supporto quasi plebiscitario: la formula di acquisto online e ritiro in negozio o in diverso un punto di raccolta, esempio perfetto di commistione fra mondo digitale e fisico. Questa possibilità è attualmente offerta del 50% dei retariler intervistati, ma salirà al 90% entro il 2021. Il 65% dei rivenditori, inoltre, prevede di esplorare nel giro dei prossimi quattro anni servizi di spedizione innovativi, come la consegna sul luogo di lavoro, a casa e addirittura alle auto parcheggiate.

 

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