28/01/2016 di Redazione

PayPal trova milioni di nuovi utenti, eBay dà la colpa al dollaro

Nell’ultimo trimestre del 2015 la società di pagamenti digitali superato le attese degli analisti, oltre a conquistare 6,6 milioni di nuovi utenti. La ex casa madre, invece, cresce meno del previsto, pur con la scusante di un andamento valutario non favor

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È tempo di trimestrali e guardando ai risultati di PayPal e eBay (in tempo parte della stessa azienda, rispettivamente nel ruolo di controllata e di casa madre) sembra di poter dire che c’è chi procede spedito, confermando il core business ma cercando anche nuove strade, e chi cerca di ritrovare se stesso.  Nell’ultimo trimestre del 2015 la società di pagamenti digitali superato le attese degli analisti, ottenendo un fatturato di 2,6 miliardi di dollari che sovrasta i 2,5 miliardi stimati dal consensus e che migliora del 17% rispetto all’analogo periodo del 2014.

L’utile per azione è stato di 1,28 dollari, anch’esso superiore alla stima degli analisti di 1,27 dollari. Nei tre mesi finali dell’anno, tradizionalmente quelli più fortunati per l’e-commerce e in generale per gli acquisti, PayPal ha anche attratto 6,6 milioni di nuovi iscritti al servizio e ha visto lievitare del 23% (nel confronto con il quarto trimestre del 2014) il volume di transazioni gestite, 82 miliardi di dollari. L’azienda di San Jose ha anche annunciato il buyback di 2 miliardi di dollari di azioni.

Un quadro a tinte brillanti, insomma, che ha fatto guadagnare un 5% al titolo nelle contrattazioni after-hours. L’accenno alla ricerca delle nuove strade è riferito a Venmo e Xoom: il primo è un servizio di portafoglio elettronico acquistato da PayPal nel 2013; il secondo è un servizio di per i trasferimento di denaro alla maniera di Western Union e Moneygram, di più recente acquisizione. Per quanto finora non abbia rappresentato una particolare fonte di profitto, Venmo è in forte crescita, avendo visto lievitare del 174% anno-su-anno il volume di transazioni gestite (2,5 miliardi di dollari). A detta del chief executive Dan Schulman, nel 2016 questo ramo di business avrà ancora un impatto finanziario piccolo sui conti di PayPal ma nel lungo periodo diventerà via via più rilevante.

 

 

Con maggiore fatica, anche eBay ha ottenuto qualche numero a segno più, pur con l’escamotage della notazione non-Gaap e di numeri “epurati” dall’impatto negativo del dollaro sulle vendite al di fuori degli Stati Uniti (il 60% del totale). Nel quarter finale del 2015 l’azienda ha fatturato 2,3 miliardi di dollari, un po’ meno degli attesi 2,32 miliardi: tradotto in tendenza rispetto al quarto trimestre del 2014, questo significa un giro d’affari stabile ma in crescita del 5% se non si considerano gli effetti delle oscillazioni valutarie.

Similmente, i 21,9 miliardi di dollari di valore dei beni venduti nei tre mesi corrisponde a una crescita del 5%, anno-su-anno, al netto dei cambiamenti valutari, mentre il dato è stabile se si tiene conto del risultato effettivo. Ancora una volta, il ritornello del dollaro forte torna a sdoppiare in due i numeri delle grandi società tecnologiche. È stata confermata, invece, l’ipotesi del consensus circa l’utile per azione, 50 centesimi di dollaro se si considerano parametri non-Gaap e 43 centesimi in base a quelli Gaap. Ed è senz’altro una discreta notizia la crescita del 5% nel numero degli utenti attivi, 162 milioni, considerando l’intero 2015 rispetto al 2014. Nei dodici mesi il fatturato ha raggiunto gli 8,6 miliardi di dollari, in calo del 2% sul 2014.

A detta del presidente e Ceo, Devin Wenig, i risultati del trimestre sono “solidi” e arrivano al termine di “un anno fuori dall’ordinario, in cui abbiamo completato lo spin-off di PayPal. Proseguiamo nell’ampliare la nostra base di clienti e contemporaneamente nella strategia di riposizionamento di eBay nel lungo periodo”. Strategia che, sotto la direzione di Wenig, punta a contrastare lo strapotere di Amazon e il crescente impegno nell’e-commerce di Wal-Mart, ma anche a tornare alle origini con una maggiore focalizzazione sui piccoli rivenditori e su un catalogo di prodotti distintivo (proponendo, cioè, articoli non reperibili altrove).

“Vorrei far crescere i nostri numeri più rapidamente”, ha dichiarato il Ceo in un’intervista a Reuter, “ma sono molto soddisfatto di quanto abbiamo fatto”. Non altrettanto soddisfatti, almeno per il momento, sono gli investitori, dato che il titolo nelle contrattazioni estese è calato di circa il 10%. Nell’outlook per il 2016 l’azienda ha stimato entrate (net revenue) comprese fra gli 8,5 e gli 8,8 miliardi di dollari.

 

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