Per “colpa” degli hacker traballa l’accordo Yahoo-Verizon
Prima di mettere la firma definitiva sull’acquisizione l’operatore statunitense vuole veder chiaro sul data breach di settembre, che ha colpito 500 milioni utenti dell’azienda guidata da Merissa Mayer. Il deal vale 4,8 miliardi di dollari.
Pubblicato il 14 ottobre 2016 da Redazione

I termini dell’accordo devono cambiare. Oppure il deal rischia di diventare carta straccia. Verizon ha deciso di mettere sotto pressione Yahoo dopo la notizia dell’hackeraggio che nel 2014 colpì circa mezzo miliardo di account. La telco statunitense, che almeno sulla carta aveva raggiunto un’intesa con la funestata azienda hi-tech per un’acquisizione da 4,83 miliardi di dollari, vuole ora vederci chiaro per non minare la propria credibilità e per non portarsi in casa una società con delle evidenti falle nel sistema It. Il general counsel di Verizon, Craig Silliman, ha dichiarato ieri ai giornalisti che ci sono “basi ragionevoli per credere che l’impatto sia concreto e stiamo chiedendo a Yahoo di mostrarcelo. Se pensano il contrario devono darci prove solide”. Lo sconto di un miliardo inizialmente chiesto da Verizon all’azienda guidata da Marissa Mayer potrebbe quindi non bastare più.
Il breach nei sistemi di Yahoo, forse uno dei più grandi mai accaduti a un’azienda privata e per cui si era inizialmente pensato a uno strascico di un evento analogo nel 2012, è ancora sotto indagine da parte dei detective dell’Fbi. Secondo gli agenti federali la violazione presenterebbe tutti i segni di un attacco sponsorizzato da qualche potenza straniera, ma le fonti anonime contattate dal New York Times hanno sottolineato che al momento non è possibile sapere quale (Russia, ci sei?).
È certo però che il breach abbia complicato la situazione. Verizon ha stretto l’accordo con Yahoo la scorsa estate, dopo una soap opera durata diversi mesi, in cui i nomi di diversi possibili compratori erano rimbalzati sul Web.
La telco statunitense è poi riuscita a surclassare le altre offerte, proponendo l’acquisizione di tutti gli asset principali di Yahoo e con l’intento di chiudere tutto il processo entro marzo 2017. Nei giorni scorsi il Ceo di Verizon, Lowell McAdam, ha spiegato che la propria società non ha intenzione di ritirarsi, sottolineando come Yahoo sia ancora considerato un asset di valore.
Ma il numero uno del carrier ha anche aggiunto che, “per correttezza, stiamo ancora cercando di capire cosa sta succedendo e di definire se questo fatto abbia un impatto concreto sul business oppure no”. Il giorno stesso in cui si è diffusa la notizia della violazione, Verizon ha fatto sapere di essere venuta a conoscenza del breach solo 48 ore prima rispetto al pubblico, quindi con estremo ritardo.
Per cercare di calmare le acque, Yahoo ha dichiarato tramite un portavoce di essere convinta del proprio valore e di “continuare a lavorare” per rendere effettiva l’integrazione con l’operatore a stelle e strisce.
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