05/08/2017 di Redazione

Per Ibm l'archiviazione su nastro è ancora il futuro

I ricercatori di Big Blue hanno sviluppato insieme a Sony una piccola cartuccia capace di archiviare fino a 330 terabyte di dati non compressi. Il prototipo vanta una densità venti volte maggiore rispetto ai prodotti in commercio.

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Inventata sessant'anni fa, l'archiviazione su nastro magnetico è tutt'altro che “archiviata”, per usare un gioco di parole. Ne è convintissima Ibm, non solo perché questo tipo di tecnologia si presta bene ad attività di conservazione a lungo termine dei dati, a fronte di spese contenute, ma perché può vantare incredibili capacità di storage. Un prototipo di cartuccia messo a punto dai ricercatori di Big Blue, infatti, ha permesso di salvare 330 terabyte di dati non compressi, ovvero a grandi linee l'equivalente di 330 milioni di libri. Merito di una densità di 201 gigabit per pollice quadrato, circa venti volte quella dei prodotti in commercio.

Il prototipo uscito dai laboratori di Ibm Research porta anche la firma di Sony (o meglio di Sony Storage Media Solutions) e può stare comodamente alloggiato nel palmo di una mano. Per raggiungere la densità di 201 gigabit per pollice quadrato e ottenere garanzie di un funzionamento stabile, le due aziende hanno lavorato gomito a gomito per anni, perfezionando nuovi materiali e tecnologie di produzione, di atomizzazione e lubrificazione del nastro.

Il nastro”, ha commentato l'ingegnere e fellow di Ibm Evangelos Eleftheriou, “tradizionalmente è stato impiegato per l'archiviazione di video, il backup di file, la replica per il disaster recovery e la conservazione delle informazioni on-premise. Ma il mercato si sta allargando anche alle applicazioni off-premise nel cloud”.

 

 

Il limite attuale di questo sistema è il costo di produzione, ma considerata l'elevata capacità di storage tale costo potrà essere ammortizzato praticando un prezzo al consumo altrettanto alto e del tutto giustificato. “Il potenziale di un'altissima capacità di archiviazione”, ha sottolineato Eleftheriou, “renderà molto interessante il costo per tarabyte e farà di questa tecnologia una soluzione adatta all'archiviazione di dati freddi nel cloud”.

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