Per indagare i misteri dell’universo servono anche gli switch
Il Cern di Ginevra ha adottato gli switch Ethernet e i router virtuali di Juniper Networks: ha così potenziato la propria rete di data center, aumentandone l’affidabilità e la capacità di trasporto dati. Dall’acceleratore di particelle alle attività amministrative, tutti ne hanno beneficiato.
Pubblicato il 12 dicembre 2019 da Redazione

Il Cern (Organizzazione Europea per la Ricerca nucleare) di Ginevra è noto per i suoi acceleratori di particelle e per i suoi rivelatori, strumenti che contribuiscono a fare di questa struttura il più grande laboratorio di ricerca sulla fisica nucleare al mondo. Per i suoi studi sull’atomo e sull’universo il Cern ha bisogno di questi strumenti avanzatissimi, ma anche di altro: è fondamentale, innanzitutto, la connettività (d’altra parte l’inventore del World Wide Web, Tim Berners-Lee, lavorava proprio qui quando nel 1989 mise a punto la tecnologia che rivoluzionò la fruizione di Internet).
Gli apparati di networking dell’istituto devono essere non solo veloci e stabili, ma anche in grado di supportare un incredibile volume di traffico dati, destinato peraltro a crescere. Basti pensare che gli esperimenti condotti con il Large Hadron Collider permettono di osservare fino a 1,7 miliardi di collisioni protone-protone al secondo, il che si traduce di una produzione di dati superiore a 7,5 terabyte per secondo. Tali dati devono essere raccolti e analizzati, mentre l’infrastruttura di rete dev’essere costantemente monitorata.
L’onere di contenere l’enorme mole di dati spetta al data center del Cern, che oltre ai progetti scientifici supporta anche i sistemi sperimentali e amministrativi. Non solo la ricerca di pentaquark e mesoni charm, dunque, ma anche attività quotidiane come le videoconferenze e la gestione delle paghe. La rete del data center, a cui si collegano ricercatori sparsi in giro per il mondo, include oltre 15.000 server e 260.000 nodi di calcolo, sostenendo un traffico annuo di circa 370 petabyte di dati.
“Al Cern il networking è la cosa più importante dopo l’elettricità”, assicura Tony Cass, IT infrastructure group lead del centro di ricerca. “Ai fisici serve che i dati degli esperimenti siano trasferiti al data center, dove vengono elaborati e inviati ai partner di tutto il mondo. Abbiamo poi migliaia di dipendenti che devono poter accedere al database delle ricerche, inviare e ricevere email e accedere al Web. Se la rete non funziona, il Cern non lavora. Juniper ci ha fornito la rete che supporta il funzionamento e gli esperimenti del collider, il data center e il backbone”.
Il Cern aveva la necessità di aumentare la capacità dei propri data center e della rete tecnica: per questo si è rivolto a Juniper Networks, scegliendo di adottare diversi modelli di switch che hanno permesso di migliorare la connettività e l’instradamento dei dati, nonché l’automazione. Per la sua nuova rete “core” del data center sono stati scelti gli Ethernet Switch QFX10008, dispositivi che hanno soddisfatto i necessari requisiti di velocità e affidabilità della connessione e che possono supportare una densità di porte pari 100 Gbps. La rete core può essere scalata da 40 a 100 Gbps, e questo sarà fondamentale in vista dell’inevitabile crescita del traffico dei prossimi anni.
In aggiunta a tutto ciò, molteplici router virtuali permettono la gestione di diversi tipi di traffico, inclusi monitoraggi e simulazioni, e migliorano la ridondanza, il bilanciamento del carico e l’efficienza della rete. Altra tecnologia adottata è l’Ethernet Switch EX9200, che ha permesso al Cern di connettere 11.000 dispositivi e che supporta le operazioni e gli esperimenti del Large Hadron Collider, i sistemi di monitoraggio e quelli di sicurezza. L’automazione ha consentito di semplificare la configurazione e la gestione dei 400 router e switch presenti nel campus del Cern.
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